Su Giulio Regeni l'Egitto non arretra. «Il Procuratore generale ha annunciato che per il momento non c'è alcuna ragione per intraprendere procedure penali circa l'uccisione, il sequestro e la tortura della vittima, in quanto il responsabile resta sconosciuto»: lo ribadisce in un comunicato la Procura generale egiziana. Nel sostenere che un processo in Italia sarebbe immotivato, la Procura generale egiziana nel suo comunicato accredita la tesi che imprecisate «parti ostili a Egitto e Italia vogliano sfruttare» il caso di Giulio Regeni «per nuocere alle relazioni» tra i due paesi. Ciò sarebbe provato dal luogo del ritrovamento del corpo e dalla scelta sia del giorno del sequestro sia di quello del ritrovamento del cadavere, avvenuto proprio durante una missione economica italiana al Cairo, si sostiene nel testo.
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La magistratura italiana il 10 dicembre scorso aveva chiuso le indagini contro 4 appartenenti ai servizi egiziani, passo che precede l'apertura di un processo. Ma la nota diffusa da Il Cairo torna a sottolineare che il Procuratore «ha incaricato le parti cui è affidata l'inchiesta di proseguire le ricerche per identificare» i responsabili.
«Il procuratore» generale egiziano Hamada Al Sawi «esclude ciò che è stato attribuito a quattro ufficiali della Sicurezza nazionale a proposito di questo caso», si afferma inoltre nel testo pubblicato sulla pagina Facebook dell'istituzione cairota la quale ha evitato di fornire l'elezione di domicilio degli indagati come richiesto invece dalla Procura di Roma. «Vista la morte degli accusati, non c'é alcuna ragione di intraprendere procedure penali circa il furto dei beni della vittima, il quale ha lasciato segni di ferite sul suo corpo», aggiunge il comunicato.
«La Farnesina ritiene che quanto affermato dalla Procura Generale egiziana relativamente al tragico omicidio di Giulio Regeni sia inaccettabile». In una nota diffusa in serata la Farnesina ribadisce «di avere piena fiducia nell'operato della magistratura italiana» e che «continuerà ad agire in tutte le Sedi, inclusa l'Unione europea, affinché la verità sul barbaro omicidio di Giulio Regeni possa finalmente emergere». «La Farnesina auspica che la Procura Generale egiziana condivida questa esigenza di verità e fornisca la necessaria collaborazione alla Procura della Repubblica di Roma».
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