Bastano uno smartphone e un videogame per trasformare i bambini ucraini nella nuova arma dell’intelligence russa. L’allarme è stato lanciato dall’Sbu, il Servizio di sicurezza dell’Ucraina, che sul proprio profilo twitter ha pubblicato un video in cui vengono spiegati i rischi di un nuovo gioco che spingerebbe gli utenti, molti dei quali giovanissimi, a trasmettere inconsapevolmente informazioni strategiche a una società controllata dai servizi russi.
Працюємо без відпочинку та перерв. Бо знаємо, що перемога – це головна мета для всіх українців. І як би важко не було – ми неодмінно вистоїмо!
Слава Україні! pic.twitter.com/s5AnZqNx0n— СБ України (@ServiceSsu) May 28, 2022
OBIETTIVI STRATEGICI
Lo scopo del videogame è semplice: cercare e fotografare delle “scatole virtuali” disseminate all’interno del Paese, contenenti premi da scambiare con la valuta del gioco.
Dopo aver lanciato l’appello, l’Sbu comunica di aver già arrestato due adolescenti nella regione di Kirovohrad per aver fotografato posti di blocco, ascensori e vie di trasporto. Sui loro smartphone era installata l’app dove i due ragazzi avevano già caricato le foto, condivise anche su Telegram con alcuni gruppi vicini ai servizi russi. La democratizzazione nella diffusione di informazioni portata dal web ha spinto così la guerra dell’intelligence anche sul filo della fibra. Dall’inizio del conflitto sono aumentati a dismisura i video su TikTok girati da cittadini ucraini, alcuni diari di guerra virtuali, altri falsi clamorosi spesso ideati per depistare l’invasore. Ma è successo anche che i social fornissero informazioni utili ai soccorritori per individuare le zone appena colpite dai bombardamenti, salvando così molte vite. In alcuni casi i sistemi di messaggistica di TripAdvisor e Google Maps sono stati utilizzati dai guerriglieri per comunicare informazioni sensibili, passando dai server della Silicon Valley per sfuggire agli 007 nemici. Ma la stessa facilità di accesso al web oggi viene usata dai governi in guerra come un’arma che non conosce confini e che adesso coinvolge anche i giovanissimi, colpevoli solo di aver cercato in un videogame una fuga virtuale dagli orrori reali della guerra.
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