«Puzzi troppo»: la società di taxi gli comunica che non lo porterà più in giro

Stephen Davis, l'uomo bandito da tutti i taxi del Regno Unito
di Alix Amer
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Domenica 17 Febbraio 2019, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 22:28

Il cattivo odore può essere la spia di alcuni disturbi di salute. Non sempre è una questione di igiene. Come nel caso di Stephen Davis, 52 anni, bandito dalla compagnia di taxi Andy Cars perché gli autisti si sono lamentati del suo cattivo odore, dovuto a una infezione batterica. L’uomo, di Gloucester, Inghilterra, ha spiegato alla ditta che ha una momentanea patologia medica, ma non c’è stato nulla da fare. Stephen ha sofferto di obesità, ha un’infezione della pelle che deve medicare tre volte alla settimana che gli procura anche gonfiore alle gambe. Ed è costretto a utilizzare per gli spostamenti il taxi.
 

 


«Avevo cambiato le bende due giorni prima e quando si bagnano per la doccia possono avere un cattivo odore, non è una questione di igiene - tiene a precisare Stephen - Sono sconcertato per il trattamento ricevuto dalla compagnia che ho utilizzato costantemente negli ultimi tempi». «Quando sono tornato a casa lunedì sera ho trovato un messaggio nella mia segreteria - racconta - ho richiamato per capire cosa fosse successo. Pensavo di essermi dimenticato qualcosa a bordo. E invece mi è stato detto che da quel momento in poi mi era vietato l’utilizzo di Andy Cars perché gli autisti si erano lamentati del mio odore».

«Ho avuto un problema di salute e sto cercando di risolverlo curando la mia infezione - aggiunge - ho chiesto alla ditta di riconsiderare la decisione, ma per tutta risposta mi è stato detto di trovare una nuova soluzione. Mi sento offeso e disgustato per questo trattamento. Ho utilizzato questa compagnia tutti i giorni, sono senza parole».

La compagnia di taxi dal canto suo ha risposto: «La situazione era che nessuno voleva prenderlo. Ci hanno detto che l’odore era insopportabile. Se qualcuno ha una condizione particolare, l’autista ha il diritto di rifiutarsi. Abbiamo spiegato la situazione alle autorità competenti e ci hanno detto che era una nostra scelta».

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