Putin, ammiraglio Lertora: «Annessioni mossa arrogante e azzardata. È debole, non sa più cosa fare»

L'ex comandante in capo della squadra navale italiana: «Dopo Nord Stream monitorare arterie strategiche vitali per la sopravvivenza non solo energetica dell’Italia»

Putin, ammiraglio Lertora: «Annessioni mossa arrogante e azzardata. È debole, non sa più cosa fare»
di E.P.
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Venerdì 30 Settembre 2022, 19:19 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 10:56

Oggi si è svolta la cerimonia di annessione alla Russia delle quattro regioni ucraine del Lugansk, Donetsk e di Kherson e Zaporizhzhia che hanno partecipato al referendum. Intanto la nube di metano fuoriuscita a seguito della fuga di gas dalle condutture Nord Stream sta per giungere in Italia. L'ammiraglio Giuseppe Lertora, ex comandante in capo della squadra navale italiana, analizza lo scenario attuale.

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Pensa che ora, con l'annessione delle quattro regioni cambierà qualcosa? La situazione si evolverà?
«Ritengo che si tratti di una mossa pesante e azzardata da parte di Putin che non avrà effetto concreto soprattutto nei rapporti con l’Europa. Denota forse una sorta di debolezza da parte del presidente russo che non sa più cosa architettare. Lo scenario continuerà ad essere lo stesso. Indire un referendum in queste condizioni, senza poter garantire idonei livelli di correttezza è stata una mossa arrogante. Di sicuro una cosa cambierà: Putin sostiene che ora le quattro regioni sono territorio russo a tutti gli effetti ed ogni attività di guerra contro quelle aree è come se fosse indirizzata verso Mosca. Credo che nella sostanza però, sul fronte della guerra, con questa annessione, non cambierà molto».

Ammiraglio, alla luce di quanto accaduto al Nord Stream come pensa che il nostro Paese debba tutelare le sue condotte subacquee?
«Premesso che il nostro Paese è collegato con innumerevoli reti subacquee, di condotte e cavi che attraversano il Mediterraneo e ci alimentano, appare sempre più necessario, anche a fronte della loro vulnerabilità visto quanto occorso ai Nord Stream 1 e 2, di impostare un piano specifico di sorveglianza con assetti aeronavali costituito dalle Unità navali del tipo cacciamine, dagli aerei da pattugliamento MPA ed elicotteri e con l’impiego di forze speciali subacquee, per monitorare in senso decisamente più stretto quelle arterie strategiche vitali per la sopravvivenza non solo energetica dell’Italia.

L’impiego di quegli assetti e dispositivi della nostra Marina Militare nel Mediterraneo è quindi fortemente auspicabile per evitare ‘’sorprese’’».

 

Come valuta quanto accaduto a Nord Stream? Si è fatto un’idea delle cause delle esplosioni subacquee?
«Non si tratta di incidenti casuali. Lasciamo agli organi competenti condurre le promesse e necessarie indagini, pur consci che sussiste il pericolo che, visti gli scenari attuali, siano ‘’covert e/o pilotate’’ e quindi con esiti del tutto opinabili quanto fuorvianti.  Di primo acchito mi pare che la comparsa di 4 perdite notevoli, in 4 punti diversi ed in 3 tubi distinti dei due gasdotti Nordstream 1 e 2 , possa ragionevolmente avvalorare la tesi di un sabotaggio, mirato e deliberato. Quindi si tratta di un atto ostile che si inserisce logicamente nella già alta tensione dovuta al conflitto russo-ucraino, anche per gonfiare ulteriormente il prezzo del gas. Va detto inoltre che i governi tedesco, polacco, danese e svedese, per tacere di quello ucraino e degli USA, accreditano l’ipotesi del sabotaggio e pure, pur sembrando un paradosso, anche quello russo. D’altronde anche la CIA aveva avvertito da qualche settimana della probabilità di un attacco e atti di sabotaggio nei confronti dei gasdotti che dalla Russia arrivano alla Germania.  Le accuse di sabotaggio sono al momento reciproche anche se tali azioni deliberate e sconsiderate, caratteristiche di spiccata temerarietà, sembrerebbero appartenere più alla politica di Putin nei confronti dell’Occidente, piuttosto che al contrario».

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«Tecnicamente non è difficile effettuare un danno del genere a quei gasdotti. Basta volerlo ed avere gli strumenti necessari che certamente non sono alla portata di qualsivoglia privato, ma richiedono l’intervento di organi ed elementi statuali per la complessità della loro esecuzione. Tuttavia non è difficile ipotizzare che, per esempio, sussiste la concreta possibilità di rilascio di bombe di profondità da navi militari o mercantili anche non particolarmente attrezzate. Bombe come quelle usate contro i sommergibili durante la 2^ Guerra Mondiale che provocavano grossi squarci anche negli scafi resistenti dei sottomarini e che, tutto sommato, costano davvero poco sotto ogni profilo. Tuttavia non si possono escludere azioni di forze speciali subacquee, così come l’utilizzo di vettori subacquei ‘’unmanned’’ tipo ROV, o ancora l’utilizzo di sommergibili che comunque opererebbero con rischio elevato per operazioni in acque così basse anche per la loro tracciabilità».

«In sostanza l’ impiego di bombe di profondità risulterebbe quello più efficace anche contro strutture particolarmente ‘’ robuste’’ come le condotte in esame e, peraltro, anche quello meno rischioso.   D’altra parte anche il Centro sismologico svedese ha registrato due notevoli esplosioni in quella giornata del 26 settembre, nelle adiacenze dell’isola di Bornholm, prima che i velivoli F-16 danesi vedessero le famose ‘’bolle’’ prodotte dalla fuoriuscita del gas dal NS1 e 2, e ciò a confermare la tesi dello scoppio e della deflagrazione  di  bombe ad alto potenziale contro i predetti gasdotti».

Chi pensa possano essere gli autori di questo sabotaggio?
«Sicuramente l’autore di quegli attacchi ha voluto conseguire un fattore psicologico importante, con l’aumento della in sicurezza e della paura sociale dei cittadini europei come conseguenza di una precisa ‘’escalation’’ del conflitto russo-ucraino. Perciò sembra più reggere l’ipotesi di un coinvolgimento di una ‘’manina’’ russa che tende ad esacerbare vieppiù l’animo dei cittadini della Ue, i cui cittadini vedono lo spettro di un inverno piuttosto rigido, al freddo e con carenza di metano. Più difficile pensare che tale atto, pur a fronte di dichiarazioni insensate sia imputabile ad un atto statunitense, ma nulla può essere escluso.  D’altra parte la Russia non è nuova all’uso del gas come strumento per fare pressione sui Paesi europei, nel concreto tentativo di ridurre o rivisitare le sanzioni occidentali nei riguardi di Mosca. Agli occhi di alcuni osservatori si intravvede tuttavia in quelle azioni una sorta di ‘’autolesionismo’’ da parte russa se costoro fossero gli autori di tali sabotaggi, ma in un clima di guerra come l’attuale non ci si deve meravigliare se, in una visione strategica, vengono colpiti ‘’vitali assetti strategici’’ di comune interesse pur di conseguire un innalzamento del livello di tensione e di panico nei riguardi degli Occidentali. Spregiudicatezza e temerarietà sono gli ingredienti classici e politici di una guerra in cui la Russia gioca una difficile partita a scacchi con mosse che possono apparire, ma solo in apparenza, autolesioniste, ma che in realtà non sono tali: tali mosse dimostrano anzi la precisa e scellerata determinazione di Putin che, se messo all’angolo e/o  quando il gas sarà divenuto irrilevante, potrebbe fare altre pericolose mosse come quella nucleare, certamente disastrosa anche per i russi, ma forse assai di più per gli europei che saranno costretti a vivere una totale destabilizzazione politico-economico e soprattutto sociale».

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