Putin, 5000 soldati russi dell'unità speciale uccisi dagli ucraini nel Donetsk. Gli analisti: «Si sono suicidati come i lemming»

La carneficina - e la perdita di almeno 130 veicoli corazzati - ha portato gli estremisti russi a chiedere processi pubblici per punire i generali incompetenti responsabili dei ripetuti massacri dei loro soldati sul campo di battaglia

Putin, 5000 soldati russi dell'unità speciale uccisi dagli ucraini nel Donetsk. Gli analisti: «Si sono suicidati come i lemming»
di Cristiana Mangani
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Martedì 14 Febbraio 2023, 10:19

Aveva schierato una unità d'élite nella frazione di Vuhledar nel Donetsk, ma ha subito perdite militari pesanti. E' forse una delle maggiori disfatte per la Russia, quella avvenuta nella città mineraria fortificata. A riferire gli esiti di una battaglia disastrosa per Mosca sono stati funzionari ucraini che hanno spiegato come siano andati a vuoto i tentativi di conquistare il territorio. Una intera brigata marina di 5.000 uomini sarebbe stata quasi interamente distrutta. E questa è la terza volta da quando il Cremlino ha lanciato l'invasione su vasta scala quasi un anno fa.

Putin, l'ecatombe dei soldati russi nel Donetsk

La carneficina - e la perdita di almeno 130 veicoli corazzati - ha portato gli estremisti russi a chiedere processi  pubblici per punire i generali incompetenti responsabili dei ripetuti massacri dei loro soldati sul campo di battaglia. «Alcuni di loro sono totalmente incapaci: tutti gli errori commessi in precedenza sono stati ripetuti», non usa mezzi termini Igor Girkin, un ex ufficiale dell'intelligence russa che ha contribuito a organizzare le insurrezioni pro-Mosca del 2014 a Donetsk e in Crimea. Girkin si è lamentato del fatto che i soldati russi sono stati sterminati «come tacchini in un poligono di tiro», mentre gli ucraini occupavano sempre maggiori posizioni.

La città di Vuhledar

L'ultimo tentativo di impadronirsi di Vuhledar è iniziato alla fine di gennaio con forze speciali Spetsnaz, battaglioni corazzati e truppe di fanteria che attaccavano da tutte le direzioni. Ma durante una delle prime battute d'arresto del conflitto, è stato ucciso il cvomandante dell'unità speciale.

La città mineraria, abitata da 14.000 persone prima della guerra e situata su un'altura vicino all'unico collegamento ferroviario tra la Crimea e Donetsk, è stata fortificata con l'artiglieria dopo aver resistito a tre mesi di attacco. Le ondate di assalto più pesanti sono arrivate la scorsa settimana, provocando un bagno di sangue per i marines di Mosca.

Evgeny Nazarenko, portavoce di una delle unità ucraine della Difesa, ha dichiarato che l'avanzata russa è stata facilmente scoperta dall'alto. Si vedevano i soldati mentre attraversavano i campi apertio verso la città, ed è per questo che sono stati un facile bersaglio. «Noi siamo in alto e loro sono in basso. Sono perfettamente visibili», ha chiarito.

Lo storico militare Tom Cooper descrive Vuhledar come «una grande, alta fortezza nel mezzo di un deserto piatto e vuoto». Dunque, praticamente inespugnabile.

La sconfitta

La sconfitta è arrivata pochi giorni dopo che Sergei Shoigu, il ministro della difesa del Cremlino, si era vantato di una «offensiva riuscita vicino a Vuhledar». E il ministero della Difesa di Kiev ha risposto pubblicando un video che mostra la distruzione di una colonna militare russa proprio in quella zona. I droni militari ucraini hanno filmato i carri armati russi che penetrano nei campi minati, le bombe sganciate sui veicoli blindati, le truppe che corrono in preda al panico e i corpi dei soldati sparsi sul terreno. «Questa non è nemmeno più la roulette russa, è come il suicidio stagionale dei lemming (piccoli roditori artici che rischiano la morte di massa durante gli spostamenti, ndr)», ha commentato un analista militare ucraino. Funzionari ucraini affermano che alcune delle peggiori perdite sono state subite dalla 155a brigata marina della flotta del Pacifico, una delle unità navali più di élite della Russia con base a Vladivostok, anche se il presidente russo Vladimir Putin insiste che la sua «fanteria marina sta funzionando come dovrebbe».

La 155a è diventata famigerata per i saccheggi intorno a Kiev lo scorso anno ed è stata soprannominata l'unità "più infelice" della Russia dopo aver subito pesanti perdite nel fallito attacco alla capitale e di nuovo in un altro assalto a Vuhledar tre mesi fa. «E' una brigata che ha già dovuto essere rinnovata tre volte - ha detto il colonnello Oleksiy Dmytrashkivskyi, portavoce militare ucraino -. E ora è stata distrutta».

Dopo aver perso 300 uomini in quattro giorni attaccando un villaggio vicino a Vuhledar lo scorso novembre, i sopravvissuti si sono ammutinati e hanno scritto una lettera incolpando il comandante orientale - il tenente generale Rustam Muradov - per le vittime. Ora Muradov, uno stretto alleato del capo militare di Mosca, il generale Valery Gerasimov, è stato nuovamente accusato per quest'ultima debacle dai blogger militari e dai canali dei media vicini a Yevgeny Prigozhin, capo del brutale gruppo di mercenari Wagner. Un canale di social media collegato a Wagner ha persino minacciato di assassinio Muradov dopo averlo definito un «femminuccia seduta al posto di comando» a Vuhledar mentre inviava «colonna dopo colonna» in battaglia le truppe. Un altro importante blogger con mezzo milione di follower ha chiesto processi pubblici «per punire gli ufficiali, in particolare gli ufficiali di alto rango, che stanno mostrando ripetuti fallimenti in questa guerra».

Altri, meno accaniti, hanno condannato il movimento di carri armati e veicoli corazzati in colonne entro il raggio dell'artiglieria di Vuhledar, affermando che i comandanti sul campo di battaglia non riuscivano a collegarsi con gli agenti dell'intelligence. L'Ucraina ritiene che Putin abbia ordinato che entro il mese prossimo le sue truppe occupino completamente la regione di Donetsk - circa la metà della quale è attualmente sotto il controllo del Cremlino - con crescenti aspettative di un'offensiva incombente. Ma il fiasco di Vuhledar ha incoraggiato Kiev a credere che Mosca non stia riuscendo a sanare le divisioni tra gli alti comandanti e a superare i cronici fallimenti tattici visti nell'ultimo anno. «Questa è una grave battuta d'arresto con enormi perdite da parte di una brigata - ha confermato Oleksandr V Danylyuk, capo dell'unità di analisi del Centro per le riforme della difesa a Kiev -. Se continuano a usare le loro truppe in questo modo, potrebberp portare a un collasso delle forze militari russe durante la loro prevista grande offensiva».

Vuhledar è a 100 miglia da Bakhmut, la città al centro dei più feroci combattimenti che vanno avanti da mesi. Entrambe le parti hanno subito pesanti perdite dopo che la Russia ha gettato sul campo di battaglia dai criminali alle reclute giovanissime. E secondo l'Ucraina, i soldati russi morti in questo mese sono il numero più alto mai visto dall'inizio della guerra, con una media di 824 vittime al giorno, quattro volte superiore ai tassi registrati la scorsa estate.

Il ministero della Difesa britannico ha confermato la cifra come «molto vicina alla realtà», spiegando che l'aumento delle vittime in luoghi come Vuhledar «è probabilmente dovuto a una serie di fattori tra i quali la mancanza di personale addestrato, coordinamento e risorse sul fronte». Il ministero ha poi specificato che le truppe russe in fuga hanno abbandonato «almeno 30 veicoli corazzati per lo più intatti in un singolo incidente dopo un assalto fallito» a Vuhledar, anche se le truppe stavano, comunque, facendo piccoli progressi sul bordo occidentale della città.

A questo punto oltre alla mancanza di armi a lungo raggio fornite dall'Occidente, gli analisti ucraini temono che non saranno in grado di rifornire le loro linee del fronte con proiettili e missili anticarro abbastanza velocemente. Per ora, le alture di Vuhledar stanno frenando i russi, ma per quanto i soldati di Kiev potranno resistere ancora?

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