Putin, così le antenne spiano Europa e Nato dai tetti delle ambasciate russe

Un pool di media: le comunicazioni telefoniche intercettate in undici capitali

Putin, coosì le antenne spiano Europa e Nato dai tetti delle ambasciate russe
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 21 Aprile 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 08:57

Sui tetti delle ambasciate russe sparse in Europa, ma anche sugli alloggi dei diplomatici, ci sono 182 antenne paraboliche. Vanno a formare una rete di spionaggio nel cuore delle Capitali della Ue. Intercettano comunicazioni telefoniche, applicano un sistema di intelligence chiamato Sigint (Spionaggio di segnali elettromagnetici), ma si affidano anche alle telecamere, poste sulle finestre delle sedi diplomatiche, per filmare ad esempio chi partecipa alle manifestazioni contro la guerra davanti alle ambasciate russe. Tutto questo emerge nel giorno in cui Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, fa una visita a sorpresa in Ucraina dal valore storico, visto che è la prima da quando è cominciata l'invasione. Stoltenberg ha incontrato il presidente ucraino Zelensky e ha spiegato: «Il futuro dell'Ucraina è nella Nato, tutti gli alleati sono d'accordo su questo. Allo stesso tempo, l'obiettivo principale dell'Alleanza è garantire che l'Ucraina prevalga». L'11 e il 12 giugno si svolgerà un vertice della Nato a Vilnius, Zelensky ha ringraziato per essere stato invitato ma anche insistito sulla necessità che vengano inviati caccia e armi a lungo raggio.

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LA RETE
La storia delle antenne spia sui tetti delle ambasciate russe ha alimentato le preoccupazioni in Europa.

Ha raccontato un esperto di intelligence polacco al sito di giornalismo investigativo Vsquare: «Quando c'è una protesta nelle vicinanze, i russi sono in grado di monitorare il traffico telefonico, raccogliere i dati, identificare i codici Imei dei dispositivi». Di più: in Germania la Bild aveva scoperto che anche un edificio del Bundestag poteva essere raggiunto dalle "antenne spia" posizionate sopra la sede diplomatica russa. Stefan Hack (Cdu) aveva spiegato: «Questi apparecchi mettono in pericolo la nostra sicurezza, devono sparire». Un pool di media internazionali ha svolto una inchiesta dettagliata e a vasto raggio, chiamata Esplomats, e ha documentato come la rete sia capillare. Le antenne sono visibili, emerge da immagini satellitari o riprese con i droni, in almeno undici Paesi dell'Unione europea. Lisbona, Madrid, Bruxelles, Berlino, Praga, La Valletta, Atene, Bucarest, Sofia, Stoccolma, Praga: sono le capitali in cui sono stati individuati questi sistemi di spionaggio, spesso inseriti in stazioni di ascolto ricavate in piccole baracche sempre all'interno delle ambasciate. A Stoccolma l'Expressen ha scritto: «Il tipo di antenna rilevato può essere utilizzato per inviare e ricevere segnali su distanze molto lunghe, fino a 800 chilometri». Succede anche a Roma? Difficile dirlo.

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Inquadrando su Google Maps il tetto dell'Ambasciata della Federazione russa si intravedono antenne, parabole e strutture anomale, ma è impossibile dimostrare che abbiano finalità legate allo spionaggio.
Uccle è un comune della regione di Bruxelles a sette chilometri dalla Grand Place. Qui l'ambasciata russa occupa un'area molto estesa (46mila quadrati e una recinzione di 900 metri). Secondo l'inchiesta qui gli impianti per lo spionaggio sono 17. Un esperto interpellato dal giornale belga De Tijd dice: le antenne possono raccogliere anche segnali da satelliti geostazionari. Per la posizione di Bruxelles, dove ci sono i palazzi della Nato e dell'Unione europea, è possibile potenzialmente intercettare le altre nazioni del Benelux, e arrivare anche alla Svizzera o al Regno Unito. «Quelle antenne - dicono gli esperti - sono utilizzate per qualcosa di più che guardare la televisione di stato russa. L'ambasciata è un mini villaggio con un centro di comunicazione e strutture tecnologiche per i servizi segreti russi». L'inchiesta di Vsquare cita anche Varsavia, un blocco di appartamenti di Beethoven street in un palazzone usato come residenza dai diplomatici russi. Una parte di loro - 45 - è stata espulsa dopo l'invasione dell'Ucraina, ma altri sono rimasti così come le antenne spia.


STARLINK
Discorso differente per i paesi baltici, visto che la Russia può sfruttare il territorio dell'exclave di Kalingrad. Di questo tipo di operazioni di spionaggio si era parlato anche all'indomani delle rivelazioni di Edward Snowden, ma in quel caso fu chiamata in causa la Nsa (National security agency), l'agenzia americana. La Federazione russa sul fronte della guerra tecnologica è impegnata anche a perfezionare un sistema elettronico, chiamato Tobol-1, come emerso dai Pentagono Leaks. Obiettivo: sabotare Starlink, la rete di satelliti di Elon Musk, che dall'inizio dell'invasione garantisce le comunicazioni all'esercito ucraino. Ha spiegato il Washington Post: «Mosca ha sperimentato per mesi i suoi sistemi di guerra elettronica Tobol nel tentativo di interrompere le trasmissioni di Starlink in Ucraina».
 

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