Il Presidente russo Vladimir Putin vuole arginare i troppi fronti aperti e a Sochi, sul Mar Nero, ha convocato il presidente dell'Armenia e quello dell'Azerbaijan per cercare di trovare una mediazione ad un conflitto sanguinoso per il controllo del Nagorno Karabakh che da anni sconvolge la vita delle due ex repubbliche sovietiche.
Un mese dopo gli scontri che hanno provocato 286 morti tra armeni e azeri - il bilancio più alto dalla ripresa degli scontri nel 2020 - le parti in conflitto si sono trovate a tu per tu.
Putin con questo vertice vuole ripristinare il ruolo di arbitro che la Russia ha sempre avuto in questa regione instabile. La guerra dell'autunno 2020 tra Armenia e Azerbaigian ha causato più di 6.500 morti da entrambe le parti, e si era conclusa con una sconfitta militare armena e un traballante accordo di pace sponsorizzato da Mosca. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il presidente francese Emmanuel Macron avevano organizzato contatti negoziali tra Pashinian e Aliyev a Bruxelles in agosto. Anche la Turchia, alleata di Baku, ha compiuto sforzi di mediazione: il suo presidente, Recep Tayyip Erdogan, ha recentemente incontrato Aliyev e Pashinian a Praga.
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