Le autorità le definiscono «attività rieducative» ma forse neanche Aleksej Navalny avrebbe mai immaginato che sarebbe stato costretto a fissare per ore un ritratto di Putin. Difficile che questa "punizione" possa far breccia nell'animo del rivale numero uno dello zar, che sui social network ha descritto le sue giornate nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, dove è stato recentemente trasferito. Lì lavora sette ore al giorno alla macchina da cucire seduto «su uno sgabello più basso dell'altezza del ginocchio» e durante quelle che le autorità definiscono «attività educative» deve sedere «per diverse ore su una panca di legno sotto un ritratto di Putin». Lo riportano l'Afp e Nastoyashcheye Vremya, uno dei siti internet di Radio Liberty. Secondo l'Afp, Navalny ha descritto la sua nuova cella come «una prigione dentro una prigione» e i suoi alleati, tra cui Leonid Volkov e Kira Yarmysh, hanno definito la sua nuova routine una forma di «tortura».
Il caso Navalny
In carcere per accuse ritenute palesemente politiche, Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena è tornato a Mosca dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento causato da una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita e per il cui uso l'Occidente sospetta l'intelligence del Cremlino.
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