Putin apre a Zelensky: «L’incontro è possibile», ma la Russia insiste su Crimea e Donbass

Le condizioni del Cremlino: «Si scriva prima un documento su cui discutere»

Putin apre a Zelensky: «L incontro è possibile»
di Marco Ventura
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Domenica 3 Aprile 2022, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 09:02

Mosca e Washington per una volta concordano. La guerra sarà ancora lunga. Ron Klain, il capo staff della Casa Bianca, ribadisce in un’intervista alla ABC l’impegno americano a dare pieno aiuto economico e militare all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Ma la pace non è dietro l’angolo. «Penso che gli ucraini stiano vincendo intorno a Kiev e nel nord del Paese - è la sua analisi - ma dobbiamo essere molto chiari. Penso che ci siano molte prove che Putin stia semplicemente portando le sue truppe fuori dalla parte settentrionale dell’Ucraina per riposizionarle a Est e rilanciare la battaglia. Quindi penso che finora ci siano state vittorie per gli ucraini, ma questa guerra, purtroppo, è tutt’altro che finita». E da Mosca sembra fargli eco il portavoce del Cremlino e di Putin, Dmitry Peskov, per il quale un incontro tra il leader russo e il presidente Zelensky è prematuro. A livello di ipotesi non è escluso. «Ma perché ciò avvenga, è necessario che venga prodotto un documento specifico dalle due delegazioni. Non un insieme di idee, ma un preciso documento scritto. Poi verrà il momento per l’incontro».


IL CAPO DELEGAZIONE
Le posizioni sono ancora lontane, a voler credere al capo della delegazione negoziale russa, il giornalista e storico ultra-nazionalista Vladimir Medinski, che su Telegram spiega come la bozza di accordo non sia pronta per essere sottoposta a un incontro al vertice. «Ripeto e ripeto ancora: la posizione della Russia su Crimea e Donbass resta immutata». Annessione a Mosca o la guerra va avanti. Lo stesso Zelensky, intervistato dalla CBS, sottolinea che mancano le garanzie di sicurezza, almeno «nella forma richiesta dall’Ucraina», che Kiev aveva sollecitato agli Stati Uniti in cambio della neutralità pretesa da Putin.

 

«Le garanzie non ci sono state date, questo va compreso bene».

A insistere perché i contendenti siedano allo stesso tavolo, faccia a faccia, e trovino un compromesso è il leader turco, Erdogan, che anche ieri ha parlato con Putin e ha insistito perché accetti di incontrare Zelensky in Turchia. Finora, l’iniziativa diplomatica turca è quella che ha ottenuto gli unici risultati concreti, ieri proprio grazie alla mediazione di Ankara i russi hanno teoricamente accettato di aprire e assicurare un corridoio umanitario per gli stranieri da Mariupol, e non è escluso un ponte marittimo con navi turche per portare in salvo la popolazione rimasta nella città martire. Gli Stati Uniti, per blocca del capo-staff Klain che si fa interprete anche delle intenzioni di Zelensky, considerano «inaccettabile» che la Russia ottenga con l’invasione guadagni territoriali nella parte orientale dell’Ucraina. E da parte sua, il presidente ucraino ha intensificato le apparizioni in Tv negli Stati Uniti per spiegare che il suo Paese sta subendo una vera «tortura» da parte dei russi.

La scoperta delle fosse comuni e delle esecuzioni di civili a Bucha e in altre città per mano dei soldati di Mosca (per quanto i russi smentiscano) contribuisce ad alzare il livello dello scontro. L’unica nota positiva, che però assomiglia a un tentativo di forzare i risultati dei colloqui che si sono tenuti finora, arriva da uno dei negoziatori ucraini, David Arakhamia, per il quale la Federazione russa «ha dato una risposta ufficiale a tutte le posizioni dell’Ucraina, ovvero le accetta, tranne per quanto riguarda la questione della Crimea».


IL VERTICE
Quanto al vertice tra Putin e Zelensky, si terrà «molto probabilmente in Turchia». Ieri, nel summit tra Unione Europea e Cina in video-conferenza, Pechino e Bruxelles hanno concordato in linea di principio sul fatto che la «doppia instabilità» relativa all’economia e alla sicurezza «non è nell’interesse di nessuno». Per il Commissario europeo agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, «la resistenza dell’Ucraina con il nostro sostegno e il ruolo attivo della Cina» sono le condizioni fondamentali «se si vuole una intesa negoziale». 

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