Putin, oro e diamanti: il mercato russo vale miliardi (ma ora sta crollando). Ecco le mosse dell'Occidente per limitarlo

Due anni fa la Russia ha registrato un fatturato di 17 miliardi e mezzo di dollari per le sue esportazioni d'oro

Due anni fa la Russia ha registrato un fatturato di 17 miliardi e mezzo di dollari per le sue esportazioni d'oro
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 12:26 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 09:16

La Russia, fino allo scorso anno, era il primo esportatore mondiale di gas, cereali e fertilizzanti, il secondo esportatore di petrolio e il settimo di oro e diamanti. Dopo nove pacchetti di sanzioni europee i Paesi membri della Nato ora sono pronti per la prossima fase: chiudere le vie commerciali dell’oro e dei diamanti, che fruttano decine di miliardi di dollari l’anno al regime di Vladimir Putin.


La «corsa all'oro»

Appena due anni fa la Russia aveva registrato un fatturato di quasi 17 miliardi e mezzo di dollari (dati doganali del ministero delle finanze di Mosca, ndr) per le sue esportazioni d'oro: parliamo di 302 tonnellate. Nello scorso semestre, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Giappone e poi anche l’Unione europea hanno messo al bando gli acquisti di oro dalla Russia. Tutto inutile, o quasi: gli esportatori «amici» di Mosca hanno iniziato a lavorare grazie a triangolazioni attraverso la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti. Ed è proprio a Istanbul o a Dubai che i governi occidentali vogliono alzare la pressione nelle prossime settimane.

 

«Dai diamanti non nasce niente»?

Un diamante è per sempre, certo, ma anche per la Russia? L'Occidente brama i diamanti, ne acquista molti da Mosca ma da quando è iniziata la guerra le cose sono cambiate. Da dieci mesi gli Stati Uniti hanno messo sotto sanzioni Alrosa, la più grande azienda al mondo di estrazione delle pietre preziose, controllata al 33% dal governo russo e responsabile di quasi un terzo dell’export mondiale. Ma altre società di diamanti russi non sono state messe al bando dagli Stati Uniti e neanche dall'Unione con ben nove pacchetti di sanzioni emessi ad oggi. 

Ora però gli americani sembrano decisi a imporre una stretta. Anversa tratta i contratti ma molti dei diamanti grezzi russi arrivano fisicamente a Mumbai, in India, dove sono lavorati e poi riesportati spesso perdendo (legalmente) il marchio di origine. Così anche le sanzioni americane vengono aggirate. Il governo belga sembra disposto a cambiare.

 

Il patrimonio russo

Un anno fa Putin contava riserve pari a 640 miliardi di dollari e un surplus negli scambi con l’estero che probabilmente si è rivelato pari a circa 220 miliardi. Nel 2023 la situazione è diversa. Con trecento miliardi di riserve congelate e anche l’oro messo al bando, Mosca quest’anno deve avere disponibilità liquide delle riserve dell’equivalente di non oltre 100 miliardi di dollari.

Probabile che il fatturato di tutto l’export di Putin quest’anno sia più che dimezzato. 

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