Putin "licenzia" il generale Roman Berdnikov 16 giorni dopo la nomina: le sue truppe sono fuggite durante un'avanzata ucraina

Alcuni rapporti dell'intelligence di Kiev indicano come le truppe russe abbiano abbandonato mezzi, armi e rifornimenti mentre fuggivano dall'avanzata ucraina a Kharkiv

Putin "licenzia" il generale Roman Berdnikov 16 giorni dopo la fuga delle sue truppe durante un'avanzata ucraina a Kharkiv
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Lunedì 12 Settembre 2022, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 18:08

Le sue due settimane al comando sul campo di battaglia per la Russia sono state le peggiori dall'inizio dell'offensiva. La ritirata scomposta da Kharkiv, l'improvvisa perdita di molti dei centri principali della regione, conquistati al prezzo di lunghi e sanguinosi scontri, gli attacchi interni del falco ceceno Ramzan Kadyrov: nominato comandante del Distretto militare occidentale soltanto il 26 agosto scorso, il tenente generale Roman Berdnikov è il primo alto ufficiale a pagare per la riscossa ucraina. Le pesanti sconfitte gli sono costate un benservito in tempi record da parte del presidente Vladimir Putin, secondo gli 007 di Kiev, che hanno riferito della sua cacciata, mentre Mosca mantiene il consueto silenzio sulle scelte nelle gerarchie militari. Berdnikov era stato scelto con aspettative ben diverse.

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Putin licenzia uno dei suoi generali 16 giorni dopo una sconfitta

Reduce dalla guida delle operazioni militari in Siria, dove si trovava almeno fino alla scorsa primavera, per la Russia doveva essere l'uomo dell'ennesima svolta, dopo i tanti avvicendamenti in sei mesi di guerra. Secondo l'intelligence britannica, erano già almeno sei i generali cacciati per una conduzione ritenuta deludente della guerra, vista l'incapacità di piegare gli ucraini malgrado la sproporzione di forze. All'elenco adesso si aggiunge anche lui, che a giugno era stato dato per morto, salvo poi scoprire che a cadere in Ucraina era stato un altro ufficiale. Ora, sempre secondo i servizi di Kiev, verrà rimpiazzato dal tenente generale Aleksandr Lapin, dal 2017 comandante del distretto militare centrale, che già aveva guidato diverse operazioni in Ucraina e ha confermato la sua dedizione alla causa mandando in battaglia anche il figlio tra Sumy e Chernihiv.

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Le critiche di Kadyrov 

Sul fronte russo non smettono insomma di volare gli stracci.

A puntare il dito contro le performance dell'esercito regolare è in queste ore soprattutto Kadyrov, fedelissimo di Putin. Messi a tacere dal Cremlino i suoi provocatori annunci di un ritiro dalla vita pubblica e militare, il leader ceceno da giorni promette di inviare in battaglia i suoi temibili combattenti - 1.300 a Kherson nel sud, altri 10 mila per rispondere all'avanzata nemica nell'est - e adesso ha annunciato il ritorno in campo a partire dal Donetsk delle sue unità speciali d'élite agli ordini del magnate Adam Delimkhanov, già protagonista dell'assedio di Mariupol e per questo premiato dal Cremlino come Eroe della Federazione russa. Le sue truppe, ha rivendicato Kadyrov di fronte alle sconfitte dell'esercito di Mosca, «assolvono con successo i compiti stabiliti dalla leadership russa sul territorio del Donbass e dell'Ucraina». E ora, ha aggiunto minaccioso, «i nostri combattenti hanno preparato un'interessante sorpresa per le bande ucraine, che presto diventerà nota».

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