Ucraina, Kasparov: «Quando dicevo che Putin è molto peggio dell'Isis, nessuno mi credeva»

Kasparov chiede al mondo di riportare la Russia «all'età della pietra tecnologica»

Ucraina, Kasparov: «Quando dicevo che Putin è molto peggio dell'Isis, nessuno mi credeva»
di Riccardo De Palo
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Sabato 5 Marzo 2022, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 16:57

Da bravo campione di scacchi, Garry Kasparov aveva già previsto le prossime mosse di Putin. Nel suo libro del 2015 “L’inverno sta arrivando” (edito in Italia da Fandango) aveva profetizzato che il leader russo non si sarebbe fermato, e che avrebbe attaccato di nuovo l’Ucraina. «Avere avuto ragione non è un motivo di gioia per me - dice oggi in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung - perché, per il mio Paese, è una tragedia. Migliaia di giovani muoiono per questo dittatore pazzo. Molti di loro non hanno visto nessun altro al potere prima di lui e finiranno per morire sotto il suo regno». 

Kasparov, cosa ha detto su Putin

 

Kasparov ha lasciato esattamente 17 anni i tornei internazionali, per dedicarsi totalmente alla sua missione: abbattere il regime di Putin.

Nato a Baku, in Azerbaigian, nel 1963,  quando il Paese era nell’Unione Sovietica, Kasparov è stato più volte arrestato per le sue azioni di dissenso, ed oggi vive con la famiglia a New York. Quando sua madre è morta, nel 2020, non ha potuto neppure partecipare ai funerali. «Nessuno mi credeva - dice al quotidiano tedesco - quando mi chiedevano se considerassi veramente Putin una minaccia più grave rispetto all’Isis, risposi che le organizzazioni terroriste vanno e vengono, mentre Putin rappresenta un pericolo mortale costante. Mi guardavano come se fossi un imbecille. Oggi, invece, mi ritengono pari a Nostradamus, perché ho predetto quello che nessuno voleva vedere». Kasparov dice di sperare «che questa guerra termini con la caduta del regime di Putin», perché «è la prima volta dalla fine della guerra fredda che l’intero mondo si è unito in un fronte comune». E questa unità continua, «non è finita dopo quattro o cinque giorni».

Il leggendario campione di scacchi nota che persino il presidente del Kazakistan, Qasym-Jomart Toqaev, alleato di Mosca, ha preso le distanze da Putin e ha sospeso le trasmissioni delle televisioni russe nel suo Paese. 

Su Twitter Kasparov ha rincarato la dose, sostenendo che «se Putin non viene fermato ora, non gli viene impedito di distruggere l'Ucraina e commettere un genocidio contro il suo popolo, ci sarà una prossima volta e sarà nella Nato, con una minaccia nucleare senza precedenti. Ogni elemento della società russa che può esercitare pressioni su Putin deve sapere che deve scegliere tra lui e tutto il resto».

Kasparov chiede al mondo di riportare la Russia «all'età della pietra tecnologica». E osserva con rammarico che la guerra è ormai entrata nella sua fase successiva, di distruzione e massacro di civili. Putin, sottolinea, ha scatenato «una vera guerra mondiale, una guerra al mondo civile del diritto internazionale, della democrazia e di qualsiasi minaccia al suo potere». «La negazione di questa guerra da parte del mondo libero e decenni di pacificazione hanno permesso a Putin di minacciare e conquistare all'estero, trasformando la Russia in uno stato di polizia. Putin - sottolinea lo scacchista - deve essere fermato perché l'impensabile ora è possibile». 

Ma soprattutto, Kasparov invita a smetterla di chiamare Putin “presidente”, perché «è un dittatore, e le parole hanno un potere».

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