Putin e la minaccia di colpo di stato. «Ecco perché i Siloviki ora pensano di tradire lo zar»

I “siloviki” sono gli ex ufficiali del Kgb (ora Fsb), che detengono una fetta importante del potere economico e politico del Paese

Putin e la minaccia di colpo di stato: ecco perché i Siloviki ora pensando di tradire lo zar
di Gianluca Cordella
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Giovedì 5 Maggio 2022, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 08:10

L’ombra di un imminente colpo di Stato si allunga minacciosa su Vladimir Putin. E, questa volta, dietro la notizia, c’è anche l’autorevolezza che trasforma un chiacchiericcio costante delle ultime settimane in uno scenario plausibile. L’autorevolezza è quella che risiede nel nome di Andrei Soldatov, massimo esperto di sicurezza russo, da tempo trasferitosi a Londra. Interpellato dal Center for European Policy Analysis – le sue parole sono rimbalzate poi sui principali media britannici – l’analista ha rilanciato quello che da settimane è il suo cavallo di battaglia: «Per la prima volta i siloviki stanno prendendo le distanze dal presidente». I “siloviki” sono gli ex ufficiali del Kgb (ora Fsb), che detengono una fetta importante del potere economico e politico del Paese e che, di fatto, sostengono Putin al vertice della loro piramide.

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Bene: secondo Soldatov il gruppo di potere avrebbe ora voltato le spalle al leader del Cremlino, avendo poco gradito – per usare un eufemismo – l’epurazione all’interno dei servizi di sicurezza messa in atto dal presidente. In sostanza, sopraggiunto lo stallo nel conflitto in Ucraina – che nella volontà di Putin sarebbe dovuta essere un’operazione lampo – lo Zar avrebbe silurato qualcosa come 150 funzionari di vario livello dei servizi di sicurezza (notizia confermata da Christo Grozev, direttore esecutivo di Bellingcat, l'organizzazione giornalistica investigativa). Rovesciando evidentemente su di loro le colpe del fallimento militare. Ma non è tutto, perché ad aumentare lo scetticismo e la disapprovazione dei siloviki, è arrivata anche la notizia del presunto arresto di due figure di vertice del gruppo: Sergej Beseda, direttore del Quinto Servizio, il ramo dell’intelligence straniera dell’Fsb, e del suo vice. «Il presidente russo si sta preparando al colpo di Stato da alcune settimane», assicura Soldatov che cita come prove due fatti significativi delle ultime giornate. Da un lato il fatto che Putin abbia innalzato il livello di sicurezza intorno al Cremlino e, dall’altro, un sovraccarico nell’attività dei social media emerso nelle ultime 24 ore in Russia e nei Paesi dell’Est europeo.

Soldatov tuttavia non è l’unico a dipingere questo scenario. Anche l’altro analista Alexey Muraviev, esperto di intelligence, è convinto che il golpe ci sarà e che, addirittura, sia imminente. «Ci sono state forti tensioni negli ultimi giorni tra la comunità dell'intelligence e il presidente – ha detto a Sky News Australia – Tutto è nato quando, di fronte alla resistenza dell’Ucraina che ha bloccato l’avanzata russa, Putin ha iniziato a incolpare i servizi segreti».

L’ipotesi della malattia

Tra le righe di giornata la stampa inglese disegna anche un altro scenario, che poco ha a che fare con il colpo di Stato. E cioè che Putin sia costretto a sparire per un periodo di tempo indeterminato a causa di una malattia, un cancro probabilmente. Delle condizioni di salute del presidente si sa pochissimo, considerando come gli organi di informazione interni siano in larga parte pilotati dal Cremlino, ma la recenti apparizioni dello Zar hanno sollevato più di una perplessità. Putin appariva con il volto molto gonfio e in generale non sembrava troppo in salute.

Da lì il tam tam social su una presunta malattia che potrebbe costringerlo a un intervento chirurgico e a una conseguente lunga pausa dalla scena pubblica.

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