Putin, il ricatto all’Europa sul gas non ha funzionato: ecco perché il piano dello zar è fallito

La “guerra energetica” intrapresa con l'Europa, nei piani del presidente russo, avrebbe dovuto causare una crisi senza precedenti. Putin aveva però sottovalutato la capacità dei paesi europei di cooperare e ora sono le entrate economiche di Mosca ad essere in difficoltà.

Putin, il ricatto all’Europa sul gas non ha funzionato: ecco perché il piano dello zar è fallito
di Giorgia Crolace
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 06:33

In difficoltà sul campo di battaglia, Putin prova a portare allo stremo l’Ucraina e soprattutto la resilienza dei suoi abitanti attaccando le infrastrutture energetiche, e lasciando la popolazione senza acqua, luce e riscaldamento. Mentre Kiev resiste e pone le sue condizioni per un cessate il fuoco ancora del tutto in salita, il presidente russo sta perdendo anche la “guerra energetica” intrapresa con l’Europa Occidentale per spingerla a frenare il suo sostegno all’Ucraina.

 

Il “ricatto energetico” di Putin

Nei suoi piani, il ricatto sulle forniture di gas e petrolio russo avrebbe causato in Europa una crisi energetica di proporzioni rilevanti con enormi danni economici e sociali, soprattutto in vista della stagione invernale.

Nell’ottica di Putin saremmo stati costretti a ridurre enormemente i consumi con fabbriche, scuole, uffici e ospedali in difficoltà.

Nonostante il percorso non sia per niente semplice, l’Italia nel corso degli ultimi mesi è riuscita a ridurre la sua dipendenza dal gas russo, grazie soprattutto agli accordi stipulati con altri paesi fornitori tra i quali l’Algeria. Nel corso degli ultimi mesi, inoltre, è aumentata anche la quantità di gas importata mediante il gasdotto del passo Gries, in Piemonte, da cui arriva il gas proveniente dal Nord Europa, soprattutto dai Paesi Bassi e dalla Norvegia. Anche se, al momento, rendersi del tutto indipendenti dalle forniture russe non è una strada praticabile, Bloomberg in un’esclusiva pubblicata lo scorso settembre ha spiegato che, per il prossimo inverno, il nostro Paese avrebbe fatto scorte di gas tali da compensare eventuali carenze nel caso in cui la Russia dovesse procedere con ulteriori tagli o arrivasse a sospendere del tutto le esportazioni di gas verso l’Italia.

 

 

L’Europa senza il gas russo

Anche se l’Europa avrà bisogno di anni per ammortizzare lo stop delle forniture di gas russo, un periodo lungo durante il quale l’energia dovrà essere razionata e il prezzo rimarrà alto incidendo anche notevolmente sulla produzione e sul potere d’acquisto delle famiglie, limitando la crescita economica dei diversi Paesi, il “ricatto energetico” di Putin non è riuscito a piegare del tutto l’Europa e a frenare il sostegno a Kiev.

L’Europa dovrebbe riuscire a superare l’inverno senza pesanti interruzioni di corrente o razionamenti dell’energia, preservando il più possibile l’economia e la stabilità sociale all’interno dei propri paesi: le temperature eccezionalmente al di sopra della media stagionale hanno permesso di ritardare l’accensione dei riscaldamenti in tutti i Paesi europei, a livello industriale si è registrata una riduzione nei consumi di gas e i serbatoi di stoccaggio sono pieni. In Europa quindi al momento c’è più gas di quello necessario. Una situazione che potrebbe contribuire a tenere più basse le quotazioni del gas e ridurre i rincari sulle bollette.

Anche se la stagione invernale si preannuncia comunque alquanto rischiosa: le quotazioni del gas potrebbero tornare a salire e sarà necessario che tutti i cittadini facciano un uso accorto dell’energia a disposizione per mantenere gli stoccaggi a livelli adeguati e allontanare lo spettro del razionamento, in questo momento sono le entrate economiche di Mosca che stanno subendo un contraccolpo. Il mercato petrolifero è una delle principali voci del bilancio russo.

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La Russia verso la recessione

Come spiega il Telegraph, Putin non solo ha sottovalutato l’unità dell’Occidente e la capacità dei diversi paesi di cooperare per affrontare al meglio la crisi energetica ma anche l’accordo stipulato tra Unione Europea e Stati Uniti per aumentare le forniture di gas americano allo stato liquido ai paesi europei. E una volta terminata la guerra in Ucraina, è del tutto improbabile che l’Europa torni a dipendere dalle forniture russe di gas come un tempo. Pertanto, l’elevata possibilità di un ulteriore isolamento internazionale e commerciale a causa del protrarsi della guerra, potrebbe causare un collasso del sistema economico russo.

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