Continuano i bombardamenti russi e i combattimenti a Bakhmut, nell'est dell'Ucraina. E il capo degli stati maggiori congiunti Usa, il generale Mark Milley, è convinto che «il conflitto può finire solo al tavolo dei negoziati, perché né l'Ucraina né la Russia saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi e vincere». È impressionante il numero di vittime tra gli aggressori, e non dipende dal martellamento dell'artiglieria ucraina ma dalla strategia del Cremlino e del gruppo di mercenari Wagner: mandare ondate umane, una dopo l'altra, a cercare di sfondare con la massa d'urto della "carne da macello" le linee difensive di Kiev. Un assalto dopo l'altro. Stando a fonti dell'intelligence Nato, ogni progresso di 100 metri sul terreno nel Donbass costa oltre 2100 vite di soldati russi (200 ogni cento iarde). Numeri che in quasi un anno si sono tradotti in un drastico abbattimento del morale dei combattenti pro-Mosca e nella tentazione di usare la forza aerea, finora scarsamente impiegata e quindi pressoché intatta, che ha determinato gli ultimi rilevamenti di un insolito accumulo di jet ai confini con l'Ucraina. Ma il problema è che Putin stenta a usarla perché ogni Su-35 abbattuto significa 35 milioni di dollari che vanno in fumo. Il punto è che la natura del conflitto, una guerra di logoramento stile '14-'18, ha finito col mettere in ginocchio l'esercito di Putin e pregiudicato, secondo le intelligence occidentali e gli ultimi rapporti dei think tank americani e britannici, la possibilità per i russi di scatenare sul serio la temuta "grande offensiva di primavera".
Argomenta l'Institute for the Study of War di Washington che «la dispendiosa campagna militare russa ha probabilmente ridotto in modo significativo l'equipaggiamento e le riserve di uomini necessari a sostenere un attacco su larga-scala nell'Est dell'Ucraina».
LE MUNIZIONI
Mancano pure le munizioni, sia ai russi che agli ucraini, e per questo Mosca deve rivolgersi a Paesi alleati come l'Iran. Kiev cerca di sfruttare il momento difficile per Mosca, invocando l'arrivo al più presto dei moderni carri armati Abrams 1, Challenger e, soprattutto, Leopard 2, che potrebbero fare la differenza. Proprio ieri si è saputo che rispetto al centinaio di carri armati promessi dagli alleati e ai due battaglioni "tedeschi", per ora la Germania riesce a mettere insieme solo mezzo battaglione di Leopard (su 31 solo 14, più 3 dal Portogallo). Nel frattempo, la difesa aerea ucraina fa sapere di avere abbattuto 6 palloni spia russi sopra Kiev. Un clima da guerra fredda se Zelensky, ieri, ha accusato la Russia di «voler costruire un muro in Ucraina, tra noi e l'Europa». E si è concluso un altro scambio di prigionieri, compresi 63 del battaglione Azov, per un totale di 101 per parte tra Russia e Ucraina. Ed è via libera dal Parlamento europeo a una risoluzione che chiede di «prendere in seria considerazione la fornitura di aerei da combattimento, elicotteri, sistemi missilistici e un aumento delle munizioni». Un rigo netto è invece tracciato dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, alla possibile controffensiva ucraina verso Melitopol, a sud. La linea rossa è la Crimea. «Non sarebbe una mossa saggia per gli ucraini spingersi a riconquistarla», avrebbe detto Blinken, citato da "Politico", a un gruppo di esperti. La reazione di Putin sarebbe a quel punto imprevedibile.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout