Putin e la guerra totale, il ricercatore Gilli: «Mosca è in crisi, la mossa dello zar un escamotage per reperire risorse»

Putin e la guerra totale, Gilli: «Mosca è in crisi, la mossa dello zar un escamotage per reperire risorse»
di Marco Ventura
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Domenica 1 Maggio 2022, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:09

Il senso della possibile chiamata alle armi di Putin il 9 maggio? Andrea Gilli, ricercatore senior del Nato Defense College, avverte che le sue sono opinioni personali e non ufficiali della Nato, ma comunque la sua idea è che Putin potrebbe voler annunciare la guerra totale perché «la Russia sta finendo le risorse finanziarie per pagare le cedole sul suo debito, i pezzi di ricambio per far funzionare l'economia e le forze armate, e uomini e mezzi per continuare l'offensiva». E, quindi, deve alzare la posta «per raccogliere più risorse domestiche, da capitali a uomini, ma non sappiamo quanto la situazione possa cambiare effettivamente».

Quanto è efficace l'offensiva di Mosca nel Donbass?

«L'avanzata russa sta procedendo come nella prima fase della guerra: lentamente, con perdite significative e difficoltà a livello tattico, operativo e logistico.

A questi ritmi, la Russia farà fatica a portare a casa risultati significativi nel breve termine, a meno che la resistenza ucraina crolli di colpo, ma è inverosimile, o che si uccidano ancora più civili, o che i Paesi occidentali interrompano il sostegno all'Ucraina».

Come distinguere tra armi difensive e offensive, e cosa comportano episodi come il jet ucraino che avrebbe colpito in Russia?

«Ci sono armi più difensive, come le batterie anti-aeree, e sistemi d'arma che possono essere usati prevalentemente per l'attacco, come jet o carri armati. Ma una chiara differenza non esiste. Anzitutto, perché anche le batterie anti-aeree possono essere utilizzate per proteggere una campagna offensiva, come un centurione romano che usa lo scudo per proteggersi mentre avanza. In secondo luogo, la guerra moderna si basa su difese elastiche: si cede territorio per far avanzare l'avversario e poi colpirlo sui fianchi o dietro. Queste contro-offensive richiedono sistemi d'arma in grado di contrattaccare, come i carri armati. Infine, nessun attore può stare a lungo solo sulla difensiva. Servono mezzi per poter interrompere le offensive nemiche, sistemi di interdizione».

La minaccia nucleare è credibile?

«Di sicuro è irresponsabile, e la Russia di Putin la sventola da più di un decennio: l'ha usata contro la Svezia, la Polonia e la Danimarca, tra gli altri, poi contro il rischio di sanzioni e ora, a giorni alterni, contro il supporto occidentale all'Ucraina. Personalmente, credo che il rischio di escalation nucleare sia basso ma non nullo: per questo i leader occidentali sono molto attenti. Ma il fatto che il rischio non sia nullo ci ricorda quanto inaffidabile sia la Russia e brutale la sua offensiva».

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