Portogallo ancora a sinistra: vincono i socialisti di Antonio Costa

Portogallo ancora a sinistra: vincono i socialisti di Antonio Costa
di Elena Marisol Brandolini
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Lunedì 7 Ottobre 2019, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 10:30
BARCELLONA I socialisti hanno vinto le elezioni celebrate ieri in Portogallo, come avevano pronosticato i sondaggi delle ultime settimane, anche se non avendo raggiunto la maggioranza assoluta, dovranno ora cercarsi un alleato. E' la prima volta per António Costa che, nelle politiche del 2015, aveva totalizzato appena il 32,4%, arrivando secondo dietro il partito conservatore dell'allora primo ministro Pedro Passo Coelho. Questo è quanto segnalavano gli exit poll delle 21, proposti dalla televisione pubblica portoghese, poi confermato dallo scrutinio dei voti. Elezioni che hanno registrato una partecipazione ancora in calo rispetto al 2015: alle ore 16 aveva votato solo il 38,59% contro il 44,38% del 2015, (riduzione in parte dovuta all'aumento del censo da 9.683.000 elettori del 2015 agli attuali 10.810.662), facendo perciò prevedere un ulteriore aumento dell'astensione rispetto alle scorse elezioni, attorno al 46%.

L'ALTALENA
All'importante crescita del PS, che lo scrutinio totale attesta sul 36,8%, si accompagna un dato di sostanziale tenuta del resto delle forze di sinistra, con una lieve flessione: il Bloco de Esquerda di Cristina Martins conserva più o meno inalterata la sua forza, ottenendo il 9,6% dei consensi, con una flessione di appena qualche decimale rispetto al 2015; com'era previsto, calano i comunisti di Jerónimo de Sousa di quasi un paio di punti, conquistando il 6,3%; mentre il PAN, il partito animalista-ecologista di André Silva, arriva quasi a triplicare il risultato del 2015, col 3,2%. Crollano i partiti di centro-destra, in un paese in cui la crisi economica non ha favorito la nascita di formazioni della destra estrema: il partito conservatore PSD di Rui Rio si attesta al 28,1%, quando nel 2015 aveva totalizzato il 38,5% (in coalizione con la CDS); il partito democristiano di Assuncão Cristas ottiene appena il 4,2%.

Il risultato elettorale premia i nuovi rapporti di forza costruiti in parlamento tra destra e sinistra, all'indomani dell'esperienza fulminante e fallimentare del vincitore delle elezioni del 2015, con la cosiddetta geringonça, l'alleanza di sinistra attorno al governo del socialista Costa con il sostegno esterno del Bloco, dei comunisti e dei verdi. E ridefinisce la mappa del consenso tra le diverse forze politiche all'interno dello schieramento progressista.
I socialisti crescono anche rispetto al risultato delle europee del maggio scorso, in cui avevano totalizzato il 33,4% dei consensi, ma falliscono l'obiettivo della maggioranza assoluta di 116 seggi, che stavolta Costa ha evitato di evocare in campagna per non suscitare il rifiuto di parte del suo elettorato, pur avvicinandosi molto. «La vittoria del PS è chiarissima e chiara è la volontà degli elettori nell'indicare la preferenza per un governo di stabilità guidato dal PS», dicono i dirigenti del partito davanti alla folla di militanti accorsi per celebrare la notte elettorale.

LA TROIKA
Per garantire la stabilità della legislatura il leader socialista sarà comunque costretto a rieditare un'alleanza con le forze di sinistra, con tutte o solo con alcune di esse. Ma non è detto che sia una nuova geringonça la soluzione di governo, anche perché ora il Bloco potrebbe pretendere di entrare nel governo in coalizione con i socialisti, come Podemos in Spagna. La sua leader Catarina Martins ha detto che «il Bloco è pronto ad assumersi le responsabilità che gli corrispondono». E questa è la preoccupazione «dell'impasse spagnola» che Costa segnalava in campagna elettorale. Dicono però che Costa sia particolarmente abile nelle gestione delle relazioni politiche. Sicuramente capace si è dimostrato nell'invertire le politiche di austerità imposte dalla troika economica e nel gettare le basi per la ricostruzione della coesione sociale nel paese. Come gli ha riconosciuto ieri l'elettorato.
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