Scontro con Kiev, Mosca non arretra: «I marinai ucraini saranno processati»

Scontro con Kiev, Mosca non arretra: «I marinai ucraini saranno processati»
di Claudia Guasco
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Venerdì 7 Dicembre 2018, 19:48
I ventiquattro marinai ucraini «sono tutelati dai trattati sui diritti umani e saranno processati secondo le leggi russe russe, perché sono entrati in acque russe illegalmente». La Russia non arretra e il ministro degli esteri Sergej Lavrov, nella seconda giornata del consiglio dell'Osce, ribadisce la posizione di Mosca in merito all'arresto degli uomini di Kiev dopo lo sconfinamento del 25 novembre scorso nel mare di Azov. «Ora - aggiunge Lavrov - dobbiamo vedere le tempistiche secondo il diritto russo. Vedremo che cosa accadrà durante le udienze».
«I MARINAI STANNO BENE»
Sia il presidente in esercizio dell'Osce Enzo Moavero Milanesi sia l'alto rappresentante Ue Federica Mogherini hanno chiesto alla Russia di rilasciare le navi e i marinai «senza ulteriore indugio e di garantire il passaggio libero allo stretto di Kerch». Ma il ministro russo ribadisce oggi che i marinai sono sotto arresto per aver violato le leggi di Mosca e del diritto internazionale.«La loro salute non è a rischio», assicura Lavrov, sottolineando che saranno processati nei tempi di legge per «la violazione della legislazione russa e internazionale: sono entrati illegalmente nelle acque territoriali e questo è un crimine considerato tale in ogni Paese», conclude il ministro. Secondo il quale una eventuale missione di monitoraggio dell'Osce nel mar d'Azov «non ha alcuna prospettiva di realizzazione». La proposta di avviare una missione di monitoraggio è stata discussa nel corso di alcuni incontri bilaterali avuti da Lavrov con alcuni rappresentati di Paesi Osce. Il ministro russo ha spiegato che «l'Osce ha un mandato ben preciso in Ucraina, che riguarda la terra e non il mare. Nessun mediatore e nessun monitoraggio è necessario nel mare di Azov. La cosa importante è rispettare l'integrità territoriale della Federazione russa e rispettare le nostre leggi».
Il problema, per Lavrov, è semmai il governo di Kiev che sulla crisi ucraina ha una «posizione distruttiva, che mira a rifiutare qualsiasi documento». E anche in occasione del consiglio dell'Osce in corso a Milano «non ha consentito di adottare un documento su questo tema. Deploriamo che per l'ennesima volta non sia stato approvato un documento politico». Pertanto «esortiamo tutti i nostri partner a non rivolgersi così tanto alla Russia, ma a chiedere a Kiev la piena attuazione degli accordi di Minsk del 2014». Al vertice dell'Osce gli scambi «sono stati utili, ma l'approccio di scontro non ha prospettive».

« POLITICA RUSSOFOBA»
Quanto alle sanzioni contro Mosca, rimarca Lavrov, sono dannose anche per coloro che le hanno imposte. Tali provvedimenti restrittivi sono «una spirale» che non aiuta il dialogo e per questo Mosca deve difendersi. Attualmente l'Ue, accusa il ministro, è sotto un'influenza anti-russa e mette in atto una «politica russofoba». «Cercheremo di ridurre l'impatto di questo strumento», ha dichiarato in riferimento alle sanzioni. Secondo Lavrov, le accuse di violazione dei trattati e di ingerenza negli affari interni non sono peraltro «mai state provate nei fatti». «E la stessa cosa è avvenuta nel caso Skripal», ha dichiarato. E anche l'arresto di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei e figlia del fondatore del gruppo cinese di tlc, «è ancora una volta un fenomeno della linea dell'applicazione extraterritoriale delle leggi nazionali. In Canada si è agito in questo modo ed è una cosa inaccettabile». «È un atteggiamento di grande arroganza e da superpotenza, che nessuno accetta e che viene condannato anche dagli alleati degli Stati Uniti. Bisogna porre fine a tutto questo».
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