Obama, festa alla Casa Bianca: svelati i ritratti ufficiali di Barack e Michelle

Barack e Michelle Obama
di Anna Guaita
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Giovedì 8 Settembre 2022, 08:15

Barack e Michelle Obama sono tornati alla Casa Bianca ieri per la cerimonia della presentazione ufficiale dei loro ritratti. L'appuntamento è stato «incantevole» secondo il parere dello storico Douglas Brinkley, che ha sottolineato come si avvertisse il senso di continuità e lealtà fra le due Amministrazioni. Accalcati nella sala della Casa Bianca c’erano infatti ex collaboratori di Obama, molti dei quali oggi sono collaboratori di Biden. E Obama ha notato come alcuni di quelli che erano stati al suo fianco quando erano ancora ragazzini, ora sono alla guida del Paese: «Non è un caso che abbiate i primi capelli bianchi» ha osservato, abbracciando la teoria che il peso della responsabilità faccia imbiancare i capelli, come notoriamente è successo anche a lui.

I media americani avevano insistito che dietro alle “battute e all’affetto” si sarebbe avvertita l’esistenza di una “una tensione a lungo ribollente”. Il Washington Post aveva sostenuto che fra gli obamiani e i bideniani corra gelosia, perché i lealisti di Biden sarebbero risentiti per il fatto che Obama non avesse messo subito tutto il suo peso dietro le aspirazioni presidenziali di Biden, mentre i lealisti obamiani sarebbero frustrati dal fatto che gli altri si vantino regolarmente di come abbiano evitato gli errori della Casa Bianca di Obama”.

Il rapporto Biden-Obama

Tutti e due i presidenti hanno però fatto del loro meglio per sfatare la teoria di sotterranei disaccordi e gelosie. Biden ha parlato con affetto di Obama, e Obama ha risposto con gli stessi sentimenti. Biden ha sostenuto che niente lo avrebbe preparato meglio alla presidenza che stare al fianco di Obama, che ha descritto come la persona «più integra» che abbia mai conosciuto. E ha ricordato con ammirazione i successi della presidenza Obama, a cominciare dall’Obamacare, la legge che ha portato l’assicurazione medica a prezzi ragionevoli a decine di milioni di americani che ne erano sprovvisti, il salvataggio dell’industria automobilistica e la protezione dei giovani immigrati, tre imprese – ha ammesso – in cui lui stesso a un certo punto aveva cosigliato al giovane Obama di arrendersi: «Ma lui si rifiutò. Andò avanti e aveva ragione».

Biden ha lodato la «grazia e la classe» degli Obama, e Obama a sua volta ha ringraziato Biden per aver «guidato il Paese in un momento così difficile». Ricordando il senso morale e la difesa della democrazia come i due grandi meriti di Biden, gli ha detto: «Joe, averti come presidente è la fortuna dell'America». Se gelosie e malumori ci sono, insomma, ieri non si sono affatto visti.

L’atmosfera era quella di una riunione di famiglia.

E di una famiglia affezionata, che ama anche scherzare. «Dicono che a Washington se vuoi un amico ti devi prendere un cane – ha detto Obama –. Beh, noi di cani ne avevamo due, e anche cani eccezionali, ma il mio vero grande amico è stato Joe Biden”

I momenti

Ci sono però stati anche momenti politicamente importanti. Obama ha spiegato di aver scelto il suo pittore, Robert McCurdy, proprio per il suo stile iperrealistico, quasi fotografico, perchè voleva evitare quell’aura un po’ leggendaria che spesso aleggia intorno alle figure presidenziali: «I presidenti non devono diventare dei miti.  Siamo esseri umani come gli altri, con i nostri meriti e i nostri difetti», e ha aggiunto con un sorriso che l’unico disaccordo con McCurdy l’ha avuto perchè il pittore si era rifiutato di ridurgli un po’ «la misura delle orecchie».

E’ stato però il discorso di Michelle a toccare corde più profondamente politiche. L’ex first lady ha insistito che il sogno americano è ancora vivo e reale, e non «sbiadito» come qualcuno sostiene, e che la comparsa dei quadri di loro due, un uomo birazziale e una afroamericana, nella Casa Bianca - la casa costruita con una manodopera fatta di schiavi - oggi prova che in America tutti hanno il diritto di sognare: «Tradizioni come questa contano, non solo per quelli di noi che ricoprono queste posizioni, ma per tutti coloro che partecipano e guardano alla nostra democrazia» ha sottolineato.

La frecciatina a Trump

E poi, una frecciata contro Trump: «»Quelli di noi abbastanza fortunati da servire, lavorano il più duramente possibile il più a lungo possibile, fino a che gli americani scelgono di tenerci qui. E una volta scaduto il nostro mandato, ce ne andiamo. E teniamo un'inaugurazione per garantire una transizione pacifica del potere. E tutto ciò che resta in questo luogo sono i nostri buoni sforzi e questi ritratti, mentre la storia continua il suo corso». E’ stata dunque Michelle, pur senza farne il nome, a includere un riferimento all’ex presidente, che ancora dopo quasi due anni non ha accettato di essere stato sconfitto nel novembre del 2020, e continua a smerciare presso i suoi seguaci la bugia di una vittoria rubata.  

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