Germania, morfina iniettata a cinque neonati: arrestata una infermiera

Germania, morfina iniettata a cinque neonati: arrestata una infermiera
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 11:43 - Ultimo aggiornamento: 20:14

Cinque neonati prematuri in crisi respiratoria e una siringa con tracce di morfina e latte materno in un armadietto del reparto di neonatologia della clinica universitaria di Ulm, in Germania: sono questi gli elementi che hanno fatto scattare il sospetto di avvelenamento e tentato omicidio, nei confronti di un'infermiera di 28 anni. La donna si trova da ieri in custodia cautelare e dovrà rispondere delle accuse di omicidio doloso e lesioni gravi, rendono noto oggi gli inquirenti. La notte del 20 dicembre scorso, infatti, 5 prematuri del reparto di neonatologia dell'ospedale del Baden-Wuerttemberg hanno manifestato in contemporanea problemi respiratori, poi superati grazie ad un rapido intervento medico.

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Un'infezione, si è pensato in un primo momento. L'arrivo dei dati di laboratorio a metà gennaio però ha rimescolato le carte, costringendo il personale medico a rivedere le ipotesi di partenza: nei campioni di urina dei cinque neonati è stata rilevata la presenza di morfina, farmaco che viene somministrato - specie ai neonati - esclusivamente sotto prescrizione medica. L'avvelenamento da morfina porta alla paralisi del sistema nervoso, in specie del centro che controlla il respiro, e può essere in molti casi fatale, come racconta il direttore della clinica universitaria di Tubinga, intervistato da Bild.

Da quel momento sono scattate le indagini, che hanno portato alla scoperta della siringa contenente tracce di morfina e latte materno nell'armadietto della giovane donna, di turno proprio la notte del 20 dicembre. Certo, nulla esclude che la siringa possa essere stata collocata di proposito da una terza persona. «Indaghiamo in tutte le direzioni», ha confermato il responsabile della squadra investigativa Bernhard Weber in conferenza stampa, aggiungendo che l'infermiera per ora nega tutto. Le autorità tuttavia hanno deciso di confermare la custodia cautelare in carcere, per evitare il pericolo di fuga. Il vero mistero da risolvere per gli investigatori sarà tentare di capire le motivazioni che hanno spinto la donna ad un simile gesto. A fine 2015 e 2016 si era verificato un caso simile presso la clinica universitaria di Marburgo. Allora nel reparto prematuri un'infermiera aveva avvelenato con sonniferi tre neonati, provocando la morte di uno dei tre. Quel processo si è concluso di recente, nel 2019, con il carcere a vita per l'imputata, ma la donna, in quel caso, non è mai uscita dal silenzio.​

 

 

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