Jill Biden, dalla Sicilia alla Casa Bianca: chi è la “Philly girl” moglie del nuovo presidente

Dalla Sicilia alla Casa Bianca, da Giacoppo a Jacobs: chi è Jill Biden, la nuova first lady
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 7 Novembre 2020, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 21:13

Jill Biden, la nuova first lady con i nonni italiani. Da Gesso alla Casa Bianca, dalla Sicilia a Washington D.C. Dai balconi del piccolo centro in provincia di Messina si sentono di continuo i tg sintonizzati sulle dirette dagli Stati Uniti. A Gesso, paese di 500 abitanti di Messina a trecento metri di altitudine da cui si vedono le Eolie, hanno fatto il tifo per il candidato democratico Joe Biden, e il motivo è chiaro: il nonno paterno della moglie, Jill Jacobs, è nato proprio qui nel 1898, a contrada Locanda, a due chilometri dal paese. Il suo nome era Domenico Giacoppo (non Giacoppa, come riporta Wikipedia, o Giacobbo), poi trasformato in Dominic Jacobs per porre fine alle storpiature mentre si faceva strada negli Usa dove era arrivato quando aveva due anni.

A Gesso, dove un tempo erano in esercizio numerose cave, ci sono ancora parenti come la cugina Caterina Giacoppo, 64 anni, ora bersagliata da telefonate. «Non sapevo di avere questa parentela così importante , ma ora che suo marito è diventato presidente, sono davvero felice ed emozionata.

La aspetto qui, sarebbe un sogno riceverla...». 

A due passi dall'abitazione di Caterina, c'è la chiesa Sant'Antonio Abbate. Qui, alla fine dell'Ottocento, si sposò il bisnonno di Jill Biden, Placido Giacoppo, prima di trasferirsi negli Usa: partì prima lui, seguito poi dalla moglie Angela e i quattro figli, Antonio, Natalina, Giovannina e, appunto, Domenico. I Giacoppo arrivarono, come tutti gli altri emigrati italiani, a bordo di una nave partita da Napoli e arrivata ad Ellis Island. Lì a Gesso, nel Museo dei peloritani, c'è incorniciato il documento che dimostra il ricongiungimento della famiglia Giacoppo nel 1900. «Quel certificato attesta la partenza dei Giacoppo da Messina - spiega Tonino Macrì, giovane Presidente dell'associazione Rinascita Gesso - possiamo dunque vantare le origini della signora Jacobs. Abbiamo fatto il tifo perché suo marito diventasse presidente, e ora la prima cosa che faremo sarà invitare la first lady a visitare il paese di origine della sua famiglia».

Jill Jacobs è la seconda moglie di Biden che a soli 29 anni e dopo aver fatto l'avvocato, si candidò al Senato: solo lui e la famiglia pensavano che ce la potesse fare, ma venne eletto. Breve però la gioia del trionfo: poco prima di Natale la prima moglie Neilia e la figlia di 13 mesi Naomi rimasero uccise in un incidente stradale.

I due maschi, Beau e Hunter, finirono in ospedale gravemente feriti. Poi, nel 2016, anche Beau, ex procuratore del Delaware e capitano della Guardia Nazionale, è morto per un tumore, mentre Hunter, il minore, gli ha causato inquietudini e guai, tra dipendenze dalla droga e business spericolati in paesi come Ucraina e Cina rimbalzati sul padre con accuse di conflitto di interesse.

Da Jill Jacobs Biden ha avuto una figlia, Ashley, dalla seconda moglie Jill Jacobs, professoressa in un community college, sposata nel 1977 nella Chiesa dell'Onu a New York. In famiglia anche i due Major e Champ. 

La moglie del neoeletto presidente degli Stati Uniti preferisce essere chiamata Dr Biden, non solo per i titoli accademici conseguiti, il master in Letteratura Inglese e il dottorato in Scienze dell'Educazione. Ma anche perché Mrs Biden rimane Neila, la prima moglie di Joe Biden. Dopo il primo incontro, con un appuntamento al buio organizzato dal fratello di Biden, tre anni dopo il tragico incidente, nel 1977 Jill - che aveva divorziato dal primo marito Bill Stevenson conosciuto ai tempi del liceo - sposa Joe e diventa la madre di Beau e Hunter, e nel 1981 nasce Ashley. Ma la tragedia è tornata a bussare alla porta dei Biden, quando nel 2015 il primogenito Beau morì ad appena 47 anni stroncato da un tumore al cervello. Fu la morte del figlio a convincere l'allora vice presidente di Barack Obama a non candidarsi alla Casa Bianca nel 2016 per lasciare alla famiglia lo spazio ed il tempo di elaborare quel terribile lutto.

E sulla centralità dei valori della famiglia ha sempre insistito la 67enne ex professoressa della scuola pubblica di Wilmington, poi docente di Inglese in un Community College, prima in Delaware ed ora in Virginia, sottolineando il peso delle sue radici italiane, soprattutto nella ultime battute delle campagna elettorale ed in stati cruciali, come la Pennsylvania dove il voto degli italoamericani è importante. «Sono una Philly girl (ragazza di Filadelfia), e sono orgogliosa di fare parte della comunità italoamericana della Pennsylvania«, ha detto in un recente evento virtuale dei democratici italoamericani mobilitati per mandare Joe Biden e Jill Giacoppo, il cognome dei bisnonni arrivati dalla Sicilia poi anglicizzato in Jacobs, alla Casa Bianca come prima first lady italoamericana.

«Anche se Concetta e Gaetano hanno cambiato i loro nomi hanno sempre portato un pezzo di Italia» ha raccontato Jill. Cresciuta in Pennsylvania, Jill ricorda che ogni domenica si tornava dai nonni «per il pranzo tradizionale italiano, spaghetti, polpette, braciole, la casa profumava di origano, basilico, pomodori freschi e aglio, mi ricordo mio nonno che ci dava a tutti il pane italiano tostato e diceva finire a tarallucci e vino, che significa che non importano le differenze, finiamo sempre la cena come una famiglia».

«Ho dei ricordi bellissimi dei giorni passati in cucina con mia nonna, mia madre e quattro sorelle, è stato in quella casa che ho cucinato la mia prima salsa di pomodori», ricorda ancora Jill Biden che pur professando un amore per la cucina, e la famiglia, non ha mai lasciato che la carriera politica del marito - prima al Senato, poi alla Casa Bianca al fianco di Barack Obama ed ora di nuovo in corsa per la Casa Bianca - ostacolasse la sua nelle aule scolastiche. «Se andremo alla Casa Bianca, io continuerò ad insegnare - ha detto - è importante, voglio che la gente apprezzi gli insegnanti e conosca il loro contributo». E non a caso il suo intervento alla convention democratica, la scorsa estate, l'ha voluto registrare nell'aula 232 della Brandywine High School dove ha insegnato per anni: «L'insegnamento non è quello che faccio, ma quello che sono».

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