Missili Polonia, caduto «un razzo di Kiev». Gli Usa spingono i negoziati. Ira di Zelensky: «Non era nostro»

Varsavia: «È stato un tragico incidente». Il Pentagono: «Difficile che l’Ucraina riesca a liberare tutto il suo territorio»

Missili Polonia, caduto «un razzo di Kiev». Gli Usa spingono i negoziati. Ira di Zelensky: «Il missile non era nostro»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 17 Novembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 13:36

Polonia, Usa e Nato parlano di incidente, frutto della risposta della contraerea ucraina al violentissimo attacco missilistico russo. «Ma la responsabilità finale è di Mosca» aggiungono. Eppure, dopo che martedì si è sfiorato un drammatico allargamento del conflitto per il missile caduto nel territorio di un Paese della Nato, si intravedono spiragli per l’avvio del negoziato.

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Zelensky ripete che l’esplosione in Polonia, in cui sono morte due persone, non è stata causata dalle forze armate ucraine, «quel missile non era nostro».

Ma aggiunge: «Ho ricevuto segnali dagli alleati che Putin vuole negoziati diretti. Ho proposto un forum pubblico perché la Russia sta conducendo una guerra pubblica». E il Pentagono in serata semina alcune frasi che preparano alla trattativa, nonostante la crisi in Polonia: «Le probabilità che Kiev possa ottenere una vittoria, riprendendo tutto il territorio, che cacci i russi anche dalla Crimea, sono molto basse».

 

Come dire: è il momento di iniziare un negoziato su basi realistiche. Non a caso Biden, subito dopo l’esplosione in Polonia, ha scelto la linea della risposta moderata. Aveva detto a Bali: è probabile che fosse un missile antiaereo proveniente dall’Ucraina. Certo, è un missile S-300 di fabbricazione russa, ma in dotazione anche all’esercito ucraino. E da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha criticato la reazione «isterica» di Polonia e Ucraina, ma apprezzato la «professionalità e la misura di Washington». Dopo il rischio altissimo di una escalation, alimentata dai cento missili lanciati da Putin, la tensione si è allentata.


VITTIME
Torniamo a martedì. Erano passate le 15.30 quando uno stabilimento dell’azienda agricola italo-polacca Agricom, in una delle cittadine più a Est della Polonia, a ridosso del confine con l’Ucraina, è saltato in aria, colpito da un missile. Due operai di 60 e 62 anni sono morti, uno di loro era ricordato anche per il suo intenso impegno per aiutare i profughi ucraini. Si è temuto che da Przewodow potesse davvero cominciare la terza guerra mondiale. La Polonia è una Paese della Nato, un missile russo avrebbe automaticamente causato una reazione dell’Alleanza. Dopo 24 ore, però, il primo ministro polacco Matteusz Morawiecki ha spiegato: «I dati raccolti dai nostri servizi e forniti dai nostri alleati indicano che molto probabilmente l’esplosione è stata causata dall’abbattimento e della distruzione di un missile russo. Non possiamo escludere che il bombardamento dell’Ucraina, proprio al confine, sia una operazione pianificata dalla Russia per causare incidenti come quello».

Anche il presidente polacco, Andrzej Duda, ha allontanato la ipotesi di un attacco intenzionale di Putin contro il suo Paese: «Probabilmente il missile è stato colpito dalla difesa aerea ucraina e, sfortunatamente, è caduto sul territorio polacco». Gli Stati Uniti, che collaborano a una inchiesta guidata da Varsavia, concordano. Lloyd Austin, segretario alla Difesa, precisa: «Abbiamo piena fiducia nelle indagini del governo polacco. Qualunque siano le conclusioni finali, il mondo sa che la Russia ha la responsabilità ultima di questo incidente». Un funzionario americano, citato dalla Cnn, rivela: l’esercito ucraino ci ha informato che martedì pomeriggio aveva tentato di intercettare un missile russo nella zona vicina al confine. Altro tassello importante: il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha spiegato che Varsavia non ha chiesto l’applicazione dell’articolo 4 del Trattato che prevede che gli alleati si consultino «ogni volta che, nell’opinione di uno di essi, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di un Paese membro dell’Alleanza fossero minacciate». «Non c’è prova di un attacco deliberato alla Polonia, non estenderemo lo scudo anti missili perché la Nato non partecipa al conflitto».

 

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