Migranti, la Germania sospende Sophia: «Linea dell'Italia troppo dura»

Migranti, la Germania sospende Sophia: «Linea dell'Italia troppo dura»
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Martedì 22 Gennaio 2019, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 07:54

Dopo il fronte francese, si apre anche quello tedesco. La Germania ha deciso di sospendere la sua partecipazione alla missione europea Sophia contro i trafficanti di migranti, in risposta alla linea dura del governo italiano sull'accoglienza. «Non è un problema», è stata la replica del ministro dell'Interno Matteo Salvini, primo critico di una missione che impone all'Italia di far approdare nei suoi porti tutti i migranti salvati in mare.



Mentre il premier Giuseppe Conte provava a ricucire lo strappo con Parigi per le accuse di neocolonialismo mosse da Luigi Di Maio e costate la convocazione dell'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo al Quai D'Orsay, da Berlino è piombata sull'Italia un'altra iniziativa clamorosa. Dall'inizio di febbraio non sarà più inviata alcuna nave tedesca davanti alla costa libica per unirsi al team europeo anti-trafficanti (in sostanza, la 'Augustà si ritirerà ma il previsto avvicendamento con la 'Berlin' non ci sarà) finché il mandato della missione non verrà chiarito, ha spiegato il ministero della Difesa tedesco, precisando comunque che il personale resterà a disposizione dell'Ue. Secondo fonti governative citate dall'agenzia Dpa, la decisione di Berlino sarebbe la conseguenza della politica dei porti chiusi decisa dal governo giallo-verde.

Lo strappo tedesco è arrivato inatteso, tanto più che era stata l'Italia a minacciare l'abbandono della missione chiamata ufficialmente EunavForMed. Proprio l'uscita tedesca consente a Salvini di ricordare che «la missione Sophia aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia e così ha fatto, con 50.000 arrivi nel nostro Paese». Quindi, «se qualcuno si fa da parte, per noi non è certo un problema». E in effetti, tutti i tentativi in sede europea per cambiare le regole d'ingaggio di Sophia, finora, sono andati a vuoto, e la missione è stata tenuta in vita con una proroga tecnica di tre mesi. L'uscita, almeno temporanea, della Germania da Sophia è stata resa nota proprio nel giorno in cui la cancelliera Angela Merkel ha ricevuto con tutti gli onori il presidente francese Emmanuel Macron per siglare il rinnovato trattato franco-tedesco ad Aquisgrana. E che, alla luce di questo nuovo caso, prefigura una contrapposizione tra l'Italia e i due pesi massimi dell'Ue. Nel pieno della bufera Roma-Parigi, e soprattutto a pochi mesi dalle elezioni europee.

Contro i «francesi neocolonialisti» in mattinata si era scagliato di nuovo Salvini: «Il problema dei migranti ha tante cause, c'è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi», ha affermato il ministro dell'Interno. Aggiungendo (in chiave sovranista) che Parigi «ha interessi opposti a quelli italiani»: vedi la contesa in Libia per sfruttare le ingenti risorse energetiche. Mentre in serata ancora Di Maio ha rilanciato «la battaglia di civiltà» del M5S «contro l'ipocrisia di Macron». Palazzo Chigi e la Farnesina hanno invece cercato di mediare utilizzando un linguaggio più istituzionale e cauto, con due obiettivi: stemperare gli animi tra due governi che hanno tanti fronti aperti, rivendicando al contempo le istanze dell'Italia. Sia Conte che Moavero hanno infatti derubricato i battibecchi tra Roma e Parigi a «discussione politica», considerando i toni accesi parte della retorica elettorale man mano che il voto europeo si avvicina.

 



Anzi, ha sottolineato il premier, è auspicabile che «la campagna elettorale sia occasione per confrontarsi sui temi di politica europea, anche se questi rimettono a scelte operate in epoche ormai lontane». Moavero, che ha avuto colloquio «franco ed esplicito» con il collega Le Drian a Bruxelles, è stato ancora più chiaro: «È giusto che l'Ue si interroghi sul suo passato in Africa», per «ridefinire i rapporti con i suoi Stati» alla luce delle attuali sfide, come quella degli sbarchi. Anche a Bruxelles si tenta di minimizzare il conflitto tra Italia e Francia. «Non siamo preoccupati», ha fatto sapere la Commissione Ue. Che però si è indirettamente schierata con Parigi, sostenendo che tra i paesi Ue «non ci sono colonialisti».
La precisazione pesa, perché arriva in piena battaglia tra il fronte nazionalista e quello europeista per il primato nel prossimo Parlamento di Strasburgo.

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