Il rapporto - presentato oggi a Ginevra e frutto del lavoro della missione Onu in Libia e dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani - lancia infatti un monito all'Europa, che chiude porti e frontiere, ribadendo che la Libia «non può essere considerato un porto sicuro» dove riportare i migranti intercettati in mare dalla guardia costiera di Tripoli. Perché quelle persone, che da quel tunnel buio e terribile erano appena uscite, vengono così riconsegnate ai loro aguzzini, con la prospettiva di doverlo ripercorrere. Il rapporto dell'Onu è una scioccante galleria di «violazioni e abusi», dei quali erano già trapelate notizie in passato, commessi da un largo ventaglio di persone che in Libia occupano posti pubblici, da gruppi armati, trafficanti di esseri umani e contrabbandieri«. Le donne, adulte e adolescenti, vengono generalmente stuprate dal branco, mentre altre vengono prelevate e portate in altri posti dove subiscono violenze e da cui tornano »sconvolte, ferite e con abiti strappati«.
I testimoni raccontano anche di altri detenuti assassinati, torturati, di condizioni di detenzione disumane, di schiavismo, sfruttamento e lavori forzati. E anche estorsioni: più soldi di quelli già pagati per il viaggio, estorti ai familiari esercitando minacce sul loro caro tenuto in ostaggio e minacciato di sevizie o di essere ucciso. Nei centri di detenzione, rivela il rapporto, le condizioni di squallore e violenza non cambiano per i bambini. »Innumerevoli migranti e rifugiati hanno perso la vita durante la cattività, in mano a trafficanti, uccisi a colpi di arma da fuoco, torturati a morte o semplicemente lasciati morire di fame o per negate cure mediche«, si legge nel documento. »In tutta la Libia, corpi non identificati di migranti e profughi con ferite da arma da fuoco, segni di tortura e ustioni vengono scoperti, spesso in cesti della spazzatura, letti di fiumi in secca, fattorie e nel deserto«.
e a quelli che ce la fanno e scampano anche alla guardia costiera libica, alla meta si frappone il mare con tutte le sue insidie.
E così oggi almeno 12 persone sono morte annegate fra le onde gelide del Mare di Alboran, a est dello Stretto di Gibilterra al largo delle coste cella Spagna. Ma almeno altre 12 risultano ancora disperse in mare a fronte di 31 persone salvate da un barcone in avaria, partito dal Marocco due giorni fa, dal 'Salvamiento maritimò spagnolo.
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