Il Centro vacanze del dopolavoro dell'Edf della penisola di Giens, sopra la bella spiaggia della Madrague, a una mezz'ora da Tolone, da venerdì non è più Francia, ma una zona di attesa internazionale. I mini appartamenti per vacanze in famiglia o colonie, le terrazze dove d'estate si fanno i BBQ o gli aperitivi, sono una zona extraterritoriale. Le persone sbarcate dall'Ocean Viking vi sono rinchiuse, un cordone di polizia presidia la zona. Da due giorni sono cominciate, dentro piccoli box, dei colloqui individuali con gli agenti francesi dell'immigrazione per stabilire chi ha diritto all'asilo e chi dovrà tornare indietro, (immediatamente ha ripetuto in questi giorni il ministero dell'interno) con un foglio di via. Gli aventi diritto verranno smistati in undici paesi europei volontari: la Germania ha già detto che è pronta ad accoglierne ottanta. 44 minori accompagnati sono invece in mano ai servizi sociali. Secondo il ministero dell'Interno francese ci vorranno une ventina di giorni. Al primo sbarco sulle sue coste, la Francia scopre quali difficoltà organizzative e burocratiche comporti l'attracco di una nave carica di migranti. Venti giorni per gestire l'accoglienza di 240 persone dà la misura della complessità della gestione degli arrivi.
E senza nemmeno rispettare alla lettera le norme umanitarie. È l'idea di molte associazioni che da giorni criticano la Francia per la gestione di questo sbarco seguito da mezzo mondo. «Accogliere non significa rinchudere» ha dichiarato all'agenzia France Presse Laure Plaun, direttrice dell'Associazione nazionale di assistenza alle frontiere per gli stranieri (Anafé), che riunisce rappresentanti di Amnesty International o della Lega per i diritti umani.
I RESPINGIMENTI
Lo stesso rapporto denunciava «il respingimento sistematico verso l'Italia anche se una persona dichiara la volontà di chiedere asilo e anche se si tratta di minorenni non accompagnati». La direttrice della polizia di frontiera delle Alpes Maritimes Emmanuelle Joubert (che ieri ha confermato l'arrivo di quattro unità mobili alla stazione di Garavan, a Mentone) ha precisato che dall'inizio dell'anno sono stati respinti in Italia 28 mila stranieri in situazione irregolare.