Ucraina, i mercenari Wagner a Kiev. Obiettivo: uccidere Zelensky

Il Times: contratto per i micidiali sicari che fanno il lavoro sporco per il Cremlino

Ucraina, i mercenari Wagner a Kiev. Obiettivo: uccidere Zelensky
di Cristiana Mangani
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Martedì 1 Marzo 2022, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 13:19

Sanzionata dall’Unione europea, sotto accusa degli Usa, temuta dagli ucraini, Wagner è il convitato di pietra nei ragionamenti sulla crisi in Est Europa. Tecnicamente è una organizzazione paramilitare russa, in realtà sono veri e propri mercenari che hanno iniziato a operare in concomitanza della occupazione della Crimea nel 2014. Addestrati a uccidere, da qualche settimana sono sbarcati nella capitale ucraina con un obiettivo ben preciso: destabilizzare, ma soprattutto eliminare il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi più stretti collaboratori. Un’operazione voluta da Mosca che avrebbe spianato la strada all’ipotesi di un governo fantoccio fedele al Cremlino.

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Sono oltre 400 i miliziani del gruppo paramilitare e agiscono da anni nelle zone di conflitto di mezzo mondo senza regole né riconoscimenti ufficiali.

E ora, secondo il Times, si sarebbero mimetizzati da circa cinque settimane a Kiev, per dare la caccia al nemico numero uno di Mosca. Erano in missione in Africa e sono stati richiamati con la promessa di una ricca ricompensa. La conferma del fatto che Putin aveva ben chiaro da tempo l’obiettivo di attaccare l’Ucraina, visto che ammassava decine di migliaia di truppe al confine pur continuando a negare di voler fare la guerra.

Ad avere notizia della minaccia contro il leader del paese sono stati gli 007 di Kiev sabato scorso. Ed è per questo che l’amministrazione comunale ha annunciato un coprifuoco totale per 36 ore. Una mossa che adesso appare chiara. «Chi sarà trovato in strada, sarà trattato da nemico», aveva avvisato il sindaco Vitalij Klitschko. E la ragione risiedeva nell’incubo dei sabotatori russi, più volte evocato dalle autorità ucraine. Su mandato di Putin sono ormai troppi i sicari esperti e difficilmente riconoscibili che la Russia sta assoldando per uccidere il presidente. Contractor specialisti in operazioni coperte e ibride, nerbo delle forze di Mosca schierate ai confini tra Russia e Ucraina, area in cui già opera una forza di circa centomila uomini armati e in assetto di battaglia.
Negli ultimi anni i mercenari del gruppo Wagner sono passati dalla Libia alla Siria, all’Africa subsahariana, usati come arma in più per le mire espansionistiche dello zar russo. Presenti ma mai ufficialmente in azione, e sempre pronti a cambiare le sorti dei conflitti strategici. E per di più non sono i soli nella capitale ad agire senza scrupoli, perché sono arrivati anche gli spietati “cacciatori di teste” delle forze speciali cecene. Si muovono per assassinare Zelensky, e la loro presenza in Ucraina è stata rivendicata dal braccio destro di Putin a Grozny, Ramzan Kadyrov. I nemici pronti ad attentare alla vita del “presidente-eroe” sono però anche interni. Nelle scorse ore, Kiev ha denunciato l’evasione dai domiciliari dell’oligarca ucraino di origini russe Viktor Medvedchuk, molto vicino al Cremlino e ritenuto tra i possibili candidati alla guida di un governo leale a Mosca, se quello attuale venisse rovesciato. Il tycoon, attivo in molti campi dall’energia ai media, stava scontando una condanna per alto tradimento dopo essere stato giudicato colpevole di sostegno alle forze separatiste del Donbass. Ora, ha fatto sapere il suo legale, «si trova in un posto sicuro a Kiev». Quello che per Zelensky sembra non esserci più. 

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In quest’ottica la presenza di Wagner non fa che intorpidire ulteriormente le acque. “Gli omini verdi” si erano già visti ai tempi della crisi del 2014, quando la Crimea è stata annessa alla Russia. Anche in quel caso Mosca si era avvalsa del gruppo fondato da Dmitri Utkin, che avrebbe tra i suoi patroni lo “chef di Putin”, Yevgeny Prigozhin. Elementi questi che sembrano aver aiutato gli 007 a capire che lo spostamento di effettivi dall’Africa all’Est Europa, era il campanello d’allarme per un’invasione. Quella che, poi, c’è stata.

L’OPERAZIONE 
Del resto, a novembre “Bellingcat”, sito di open source intelligence, aveva rivelato la presenza di duecento effettivi Wagner anche a fianco delle forze di sicurezza bielorusse intente a reprimere le proteste nel giardino di casa della Russia. Nel luglio 2020, poi, come hanno riferito Ucraine crisis e Insideover, le indecisioni del governo di Zelensky hanno portato al fallimento di un’operazione ideata dai vertici del Comparto intelligence principale presso il ministero della difesa, con cui era stato promosso «un reclutamento false flag (agenti sotto copertura che organizzano incidenti ad arte) di mercenari per una compagnia militare privata non funzionante» avente come scopo «quello di adescare decine dei combattenti russi, ucraini e bielorussi» legati a organizzazioni come Wagner per portarli in Ucraina e arrestarli. Dimostrando così l’esistenza di collusioni tra poteri russi, compagnie militari private e operazioni sotto copertura.
 

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