Mauritius, l'isola dalle acque turchesi e i promontori mozzafiato, potrebbe essere stata distrutta dalla dipendenza dell'essere umano dallo smartphone e dalla connessione. È quanto emerge dagli investigatori dell'arcipelago che stanno ricostruendo, passo dopo passo, tutto quanto accaduto a partire da quel maledetto 25 luglio, il giorno in cui il cargo giapponese Wakashio si è incagliato a poca distanza da Pointe d'Esny, uno dei tratti di costa più suggestivi delle isole Mascarene.
Pare che a bordo della nave ci fosse un piccolo party, che l'equipaggio stesse festeggiando il compleanno di un marittimo e che il comandante avesse deciso, proprio per questo motivo, di avvicinarsi per captare meglio la linea.
Mauritius, disastro ambientale: l'isola chiede aiuto agli esperti marini di tutto il mondo
Ora, a causa di un possibile equivoco di traduzione, non è chiaro se le persone ascoltate intendessero il wi-fi, la rete 4g o Gsm. Poco cambia perché, nella sostanza, il cargo si sarebbe avvicinato alla costa, causando il peggior disastro ambientale della storia di Mauritius e mettendo in ginocchio l'economia dell'isola già messa a dura prova dalla pandemia, per un banale problema di connessione.
In mare, ad oggi, sono finite oltre mille tonnellate di carburante.
Mauritius: danni irreversibili?
L'aiuto degli esperti inviati dal Giappone subito dopo il disastro e un eventuale risarcimento non potranno mai annullare i danni alla flora, alla fauna, alla trasparenza delle acque e ai resort, che dal primo settembre avrebbero iniziato nuovamente ad accogliere i turisti.La “marea nera” da vicino è spaventosa ma, vista dall'alto, fa ancora più effetto: un laccio sottile e oscuro circonda l'isola di Mauritius e sembra voler stringere sempre più la presa.
A mostrare le drammatiche immagini, in mutazione ora dopo ora, è il satellite Sentinel-2 del programma di osservazione della Terra Copernicus, gestito da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Commissione europea.
Gli scatti sono stati postati anche dal premier mauriziano Pravind Jugnauth sul suo profilo Twitter.
In questo video, invece, è possibile osservare il disastro in maniera più ravvicinata.
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