Mariupol, il piano di Zelensky per evacuare i soldati sotto assedio: «Salviamo i nostri eroi»

La sorte di marines e Azov sul tavolo dei negoziati: «Pronti a farli saltare». Le autorità della città martire: i russi stanno rastrellando i nostri uomini

Mariupol, il piano di Zelensky per evacuare i soldati sotto assedio: «Salviamo i nostri eroi»
di Mauro Evangelisti
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Sabato 16 Aprile 2022, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 09:18

«Se i russi annientano i difensori di Mariupol, i negoziati si fermano», minaccia il presidente Zelensky. «I combattenti ucraini che rimangono a Mariupol e si rifiutano di arrendersi saranno eliminati», avverte il capo dei separatisti filo-russi di Donetsk, Denis Push. Il ministero della Difesa russo in serata assicura: «Abbiamo ripulito completamente l’area della città di Mariupol da tutti i miliziani del battaglione Azov, dei mercenari stranieri e delle truppe ucraine». Secondo i russi, 1.464 militari ucraini si sono arresi, mentre dall’inizio dell’attacco oltre 4.000 sono stati uccisi. «Tra i mercenari fatti prigionieri a Mariupol ci sono due cittadini britannici». Tutto finito? No. Perché poi i russi devono ammettere che «gruppi ucraini sono ora totalmente bloccati nell’acciaieria Azovstal, e l’unica possibilità che hanno di avere salve le vite è di deporre le armi e arrendersi». Siamo in una fase di muro contro muro nella città portuale assediata, ma in gran parte già controllata dai russi, dove si continua però a combattere, in modo feroce, come non si vedeva da tempo in Europa. Con un possibile sviluppo catastrofico, se ancora ve ne può essere uno in una città ormai distrutta al 90 per cento. Il consigliere del sindaco della città, Petro Andriushchenko, ha spiegato: «Mariupol è al cinquantaduesimo giorno di resistenza eroica. Le ostilità si fanno più accese. Gli invasori stanno utilizzando tutte le forze, stanno prendendo d’assalto la città. L’arrivo dei bombardieri Tupolev indica l’intenzione di lanciare un assalto alla roccaforte della Azovstal e al porto dopo aver sganciato bombe ad alto potenziale come le FAB-3000 e altre». Questa bomba di grandi dimensioni (quasi 3.000 chili appunto) ha un’alta capacità distruttiva e viene usata normalmente per radere al suolo aree industriali.

Il piano

L’altro giorno Zelensky ha parlato con i leader militari ucraini. Oggetto: la sorte degli ultimi resistenti circondati nell’area delle acciaierie Azovstal. Come fare per salvarli? Come evitare che la città cada definitivamente sotto il controllo dei russi che non solo potrebbero rivendicare un risultato simbolico quanto mai anelato dopo l’umiliazione della perdita dell’incrociatore Moskva, ma anche concentrare gli sforzi in altre direzioni? Zelensky ha usato una frase sibillina: «I dettagli dell’esito di questo confronto con i vertici militati non possono essere rivelati, ma stiamo facendo tutto il possibile per salvare la nostra gente».
Il leader ucraino ha anche lanciato un appello ai Paesi occidentali: servono armi più potenti per riprendere Mariupol. Ma al di là degli slogan, sa benissimo che la situazione è molto delicata, anche da punto di vista comunicativo: se abbandonasse - o desse la sensazione di abbandonare - chi sta resistendo a Mariupol, i Marines della 36esima brigata e i soldati del battaglione Azov, a livello di immagine il contraccolpo sarebbe pericoloso. Ma un’azione militare dall’esterno, tra l’altro molto complicata visto che Mariupol è assediata e circondata dai russi e dai soldati separatisti filo Putin, potrebbe causare altre vittime tra la popolazione civile, che già ha pagato e sta pagando un conto inaccettabile in sofferenza e morti. Una delle acciaierie che si trova nell’area industriale in cui prosegue l’assedio, la Illych, l’altro giorno è stata presa dai russi, nell’altra, la Azovstal, invece Marines e Azov stanno disperatamente resistendo, anche se presto finiranno munizioni e cibo. Qualche giorno fa una parte dei Marines si è riunita all’Azov, ma un’altra, secondo i russi più di un migliaio, si è arresa.
Già questo spiega quanto sia complicato stilare un piano segreto che tenti di spezzare l’assedio.

Anche perché ad oggi non si sa quanti siano coloro che ancora stanno combattendo. Si è parlato molto dei tunnel sotterranei che storicamente si trovano sotto l’area delle acciaierie e che possono favorire chi sta resistendo, ma una cosa è evitare di capitolare, guadagnare tempo, un’altra è trovare un modo per ribaltare il tavolo. Ieri Zelensky ha avvertito i russi: faremo di tutto per difendere chi sta combattendo a Mariupol, siamo pronti anche a interrompere per sempre i negoziati. A Mariupol c’è una crisi umanitaria. C’è una situazione molto difficile con i soldati bloccati, i feriti bloccati. Tuttavia i ragazzi si stanno difendendo».

I rastrellamenti 

Ma a Mariupol ci sono ancora centomila civili, di fatto intrappolati e in condizioni drammatiche visto che si trovano in una città semidistrutta. Secondo le autorità locali fedeli a Kiev, sono in corso rastrellamenti da parte dei russi. A denunciarlo è sempre il consigliere del sindaco, Petro Andryushchenko, su Telegram: «I russi stanno raccogliendo tutti gli uomini di Mariupol e li trasferiscono a Bezimenne, un villaggio del Donetsk sotto il loro controllo. Una volta trasferiti gli vengono sequestrati i documenti in attesa di nuovo ordine. Stanno compiendo una intensa “pulizia”, abbiamo le prime conferme». Non solo: da domani l’esercito russo «vieterà i movimenti all’interno dei quartieri di Mariupol per controllare gli uomini intrappolati in città». «Vogliono reclutarne con la forza alcuni, mentre altri saranno impiegati per sgomberare le macerie».

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