Mangushev, mercenario russo mostra un teschio: «Era di un Azov, ora brucia all'inferno». Il video choc

Il militare elogia l'operato della Russia in Ucraina: «Non siamo in guerra con persone in carne e ossa, siamo in guerra con un’idea»

Igor Mangushev, mercenario russo mostra un teschio: «Appartiene a un Azov che ora brucia all'inferno»
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Domenica 28 Agosto 2022, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 08:14

Sono immagini molto forti quelle che mostrano il mercenario russo Igor Mangushev brandire il teschio di «un combattente di Azovstal» mentre, davanti al pubblico, elogia la guerra della Russia in Ucraina. Il macabro video, pubblicato sui social, è stato ripreso da numerosi media internazionali. Mangushev, capo di un movimento nazionalista e fondatore di un esercito privato legato ai servizi segreti russi, parla davanti a un micronfono con il teschio in una mano: «Noi siamo vivi e quest’uomo è già morto. Lasciamo che bruci all’inferno. Non è stato fortunato. Faremo una coppa con il suo teschio».

Il video choc in cui un mercenario russo mostra il teschio «di un Azov»

Il militare russo parla della guerra in Ucraina: «Noi non siamo in guerra con le persone in carne e ossa.

Siamo in guerra con un’idea. Siamo in guerra con l’idea dell’Ucraina come di uno Stato anti-russo. Non ci può essere pace. Dobbiamo de-ucrainizzare l’Ucraina, dobbiamo riprenderci le terre russe. Questa è la tragedia per i soldati ucraini. Non ci importa di quanti ne dovremo uccidere. Se fossimo in guerra con le persone potremmo fare la pace con loro, ma siamo in guerra con un'idea, quindi tutti i sostenitori di quella idea devono essere uccisi. Come questo ragazzo». 

I messaggi di Mangushev, attraverso il suo canale Telegram, sono tutti di questo tenore: «Bruceremo le vostre case, uccideremo le vostre famiglie, porteremo via i vostri figli e li alleveremo russi», ha postato di recente. Non è chiaro se il teschio che si vede nel filmato appartenga realmente a un soldato ucraino caduto a Mariupol, né è stato possibile verificare a quando risalgono le immagini. Resta però la violenza delle parole e dei gesti di Mangushev, un messaggio forte e chiaro che lascia poco spazio a speranze di pace con l'Ucraina.

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