Londra, è il giorno della Brexit: a mezzanotte il Regno Unito dice addio alla Ue

Londra, è il giorno della Brexit: a mezzanotte il Regno Unito dice addio alla Ue
di Cristina Marconi
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 23:07

All'inglese, soffocando le emozioni sotto una coltre di impassibilità. Così la maggior parte dei britannici sta affrontando il momento storico in cui, stasera alle 23 ora locale, il paese scivolerà via dall'Unione europea. In Parliament Square e nelle altre piazze del paese si riuniranno i più appassionati: chi festeggia da una parte e chi ci tiene a far sentire la propria voce per un'ultima volta prima che il sipario sui quarantasette anni comunitari di Londra cali. Definitivamente? Nel lungo termine nessuno può dirlo, ma il principio di realtà ha ormai prevalso presso i più idealisti, immalinconiti ma consapevoli che con il turbogoverno di Boris Johnson e Dominic Cummings e una battaglia per la leadership laburista da cui non sta emergendo nulla di nuovo, ogni orizzonte europeo è da considerarsi inaccessibile.
 

 


E quindi per ora c'è da assistere al gioco di luci che illuminerà Downing Street e che illustrerà la forza e l'unità, mai così compromessa, delle quattro nazioni, ossia Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. E, in mancanza di un Big Ben ancora avvolto dalle impalcature, il conto alla rovescia verrà proiettato su Number 10, dopo che Johnson avrà fatto un discorso sul fatto che la Brexit «non è una fine ma un inizio», «l'alba di una nuova era in cui le possibilità di una persona nella vita non dipendono più dalla regione in cui nasce». Tra chi lo ha sempre creduto, chi ha deciso di crederci e chi non ci crederà mai difficilmente tornerà subito quella concordia auspicata dal premier, ma davanti a un tema tossico come la Brexit, che ha rotto rapporti di famiglia e di amicizia, in molti pensano che sia meglio chiudere un occhio e aspettare il domani. «Sono sconfortato, molto, ma non vado in piazza e non conosco nessuno che ci va», spiega James, «il momento è storico e non ci possiamo fare niente, noi liberal non abbiamo saputo difendere la causa nel corso dei decenni».

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PER CHI SUONA LA CAMPANA
Però qualche posizione va presa. Ad esempio, suoneranno o no le campane per segnare la transizione? La settantenne Sylvia, che sulla carta avrebbe tutto per essere una Brexiteer convinta, sta valutando di smettere di fare marmellate e volontariato per la sua chiesa a Tysoe, in Warwickshire, da quando ha scoperto che il parroco ha deciso per il bong', la scampanata celebrativa. Mentre il cinquantenne europeista Nick ha preferito andare a Bruxelles a sentire la Nona di Beethoven per non restare nell'euroscetticissimo Essex, dove all'edicola vendono già da un po' i fuochi d'artificio per la Brexit. Oltre a giornali che, per cercare di innalzare un po' il livello del dibattito, parlano di momento storico secondo solo a quello dello scisma dalla chiesa cattolica romana, come sul conservatore Times, o, sul nazionalpopolare Mail, affidano a uno storico bravo come Dominic Sandbrook il compito di dire che l'avventura europea era stata un fallimento fin dall'inizio, mica un'invenzione dei populisti. Il governo sa di dover mantenere un alto profilo e di non potersi unire alla festa di piazza di Nigel Farage e compagnia, mentre nel resto del paese i pub Wheterspoon promettono sconti sulle birre e i ristoranti inventano ricette celebrative, come le Brexit Balls', polpette fatte con birra belga. A Dover una deputata conservatrice voleva fuochi d'artificio visibili dalla Francia e una scritta da appendere sulle bianche scogliere, Amiamo il Regno Unito, altro che quel Amiamo ancora la Ue proposto da qualcun altro. Se proprio si deve festeggiare, è meglio che chi ha a cuore la propria carriera politica si diriga verso una delle tante feste private organizzate a Londra. Sperando che quella moneta da mezza sterlina che entrerà in circolazione oggi con la scritta Pace, prosperità e amicizia con tutte le nazioni' convinca almeno qualcuno che, dopo la sbornia sovranista, sul tema tornerà un po' di mite impassibilità britannica.
 

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