Pulizie in casa, chi le fa in famiglia? L’app del governo spagnolo per “stanare” gli uomini

La ministra per l’Uguaglianza lancia la battaglia sul riequilibrio dei doveri. Saranno valutate le faccende domestiche ma anche il tempo speso per aiutare i figli

Pulizie in casa, chi le fa? L’app del governo spagnolo per “stanare” gli uomini
di Elena Marisol Brandolini
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 00:17

 Le donne spagnole dedicano ai lavori di casa e alla cura della famiglia più in generale, oltre il doppio di tempo dei loro connazionali uomini, cinque ore a due, secondo uno degli ultimi rapporti dell’Ocse, che conferma quanto era già noto, ossia che la differenza di genere è ancora persistentemente elevata a sfavore delle donne. E’ in questo contesto che il ministero delle Pari Opportunità spagnolo ha annunciato la creazione di una app per misurare la ripartizione del tempo speso per queste attività tra uomini e donne e, più in generale, tra tutti i componenti di una famiglia.

Lo ha fatto la segretaria di Stato Ángela Rodríguez, a Ginevra, davanti al Comitato per l’Eliminazione delle Discriminazione contro le donne (CEDAW), presentando il IX rapporto sulle politiche di avanzamento dei diritti delle donne in Spagna.

La corresponsabilità dei lavori tra i sessi continua a non essere equilibrata, ha sottolineato Rodríguez, perciò si è pensato a una app che funzioni in modo molto semplice, come quella che usa un gruppo di persone in viaggio per ripartire le spese. Così come ciascuno segna le spese in carburante, vitto o alloggio perché alla fine la app faccia il conto, dividendolo tra i partecipanti, nel caso del lavoro di casa l’applicazione contabilizzerà il tempo che ciascuna persona gli ha dedicato. Non si tratta solo di misurare il tempo all’interno della coppia, ma anche quello all’interno di un nucleo di convivenza: «Pensiamo che è un esercizio di condivisione che si può fare tra figli, figlie, padri, madri, o tra i compagni di appartamento o di vita con cui viviamo, con i quali a volte esiste una ripartizione diseguale», ha spiegato la segretaria di Stato. 

GLI IMPEGNI

Senza dimenticare quel tipo di lavoro meno visibile ma che implica un importante impegno mentale, come preoccuparsi che in casa ci siano i prodotti utili per fare le pulizie, o si sia fatta la spesa di generi alimentari per preparare il pranzo a tutta la famiglia. Anzi, facendo luce su quelle attività che ricadono prevalentemente sulle donne nella crescita dei figli, come organizzare le loro feste di compleanno, aiutarli nei compiti a casa, occuparsi della loro cerchia di amicizie e degli impegni scolastici. La app sarà gratuita, intuitiva, pensata per il cellulare, ma disponibile su varie piattaforme. Per il momento è ancora poco più di una idea, si sta allestendo la gara per l’affidamento della sua realizzazione e si ritiene che sarà fruibile già dal prossimo settembre. 

 

IL PIANO

L’idea di questa applicazione fa parte del Piano Corresponsabili, approvato dal governo spagnolo nel marzo 2021, come nuova politica pubblica del ministero delle Pari Opportunità, il cui obiettivo è aprire un percorso per il riconoscimento in Spagna del complesso degli impegni familiari, come un diritto di tipo universale, secondo l’ottica della legge sull’eguaglianza tra donne e uomini del 2007. La scommessa è quella di costruire un vero e proprio sistema integrale – un po’ sullo stile di quanto sta già accadendo in Argentina -, secondo una prospettiva di genere, intersezionale e dei diritti umani, per promuovere la corresponsabilità tra donne e uomini, tra lo Stato, il mercato, le famiglie e la comunità. Il Piano, dotato per il momento di circa duecento milioni di euro, si sviluppa con la collaborazione delle Comunità autonome, che dispongono delle competenze necessarie.

Secondo dati dell’Eurostat del 2019, per ogni uomo che abbandona il proprio lavoro remunerato per dedicarsi alla famiglia, ci sono 17 donne che lo fanno. Perciò il Piano vuole istituire una rete pubblica di lavoro per facilitare la conciliazione nelle famiglie con figli minori di 16 anni, creare lavoro di qualità nel settore, dove la presenza femminile è maggioritaria, e certificare l’esperienza professionale delle persone che, per ora, lavorano in questo ambito in modo informale.
 

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