Kosovo, vincono i partiti d'opposizione: ora porte aperte al dialogo con Belgrado

Kosovo, vincono i partiti d'opposizione: ora porte aperte al dialogo con Belgrado
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Lunedì 7 Ottobre 2019, 19:43
Segnali di distensione verso la Serbia: in Kosovo infatti le elezioni antecipate, svoltesi ieri, hanno visto il successo dei due maggiori partiti di opposizione. «L'ora è arrivata», ha scandito a lungo ai suoi sostenitori Albin Kurti, 44enne leader di "Autodeterminazione" (Vetevendosje), il movimento della sinistra nazionalista che ha vinto la competizione elettorale con oltre il 25% dei consensi, seguito dalla Lega democratica del Kosovo (Ldk), una formazione moderata di centrodestra alla quale è andato oltre il 24%. Leader dell'Ldk è l'ex premier Isa Mustafa, che come candidata premier ha designato per la prima volta una donna, la 37enne Vjosa Osmani, giurista con un master negli Usa, poliglotta e con tanta voglia di lavorare per riformare il Paese.

D'altra parte le formazioni d'opposizione hanno scalzato dal potere gli ex leader della guerriglia indipendentista (Uck), che, con le loro posizioni radicali e fortemente antiserbe, hanno guidato il Paese sin dalla proclamazione di indipendenza da Belgrado del 17 febbraio 2008. Vi è la reale speranza che un nuovo governo abolisca i dazi doganali antiserbi imposti un anno fa e consenta la ripresa del dialogo con Belgrado, unica strada per arrivare a un accordo sulla normalizzazione dei rapporti e alla soluzione di un conflitto che continua a destabilizzare la regione.
Kurti, che si presenta come il futuro capo del governo in pectore, ha un passato di contestazione studentesca contro l'uomo forte jugoslavo Slobodan Milosevic. 

E negli ultimi anni è stato protagonista di proteste plateali come la lunga serie di interruzioni dei lavori parlamentari a Pristina con l'uso di gas lacrimogeni in aula per impedire il voto di ratifica di un accordo frontaliero con il Montenegro.
Kurti è consapevole della responsabilità che ora gli tocca e promette l'apertura di una nuova fase di riforme e cambiamenti per il Kosovo: «Stiamo aprendo un nuovo capitolo per il nostro Paese», ha detto ai suoi sostenitori in festa. E stamane su Facebook ha sottolineato che da ieri sera il Kosovo ha una "speranza". «Un grazie a tutti voi che avete votato per il cambiamento, e in particolare per Autodeterminazione, salvando il nostro Paese da un ulteriore declino», ha detto il leader nazionalista
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Vjosa Osmani, docente all'Università di Pristina, si è mostrata disponibile a discutere di una possibile alleanza con Kurti per formare un nuovo governo del cambiamento e mandare all'opposizione le forze politiche che hanno causato lo stallo economico e sociale in cui si trova il Kosovo. A punire l'attuale dirigenza sono stati elettori: tanti i giovani, sempre più insoddisfatti per la crisi economica, la povertà diffusa, una disoccupazione che sfiora il 30%, corruzione e criminalità dilaganti, una situazione che ha indotto oltre 170 mila kosovari a lasciare il Paese negli ultimi cinque anni. La politica dura e intransigente della dirigenza di Pristina negli ultimi anni ha inoltre accentuato l'isolamento internazionale del Kosovo, i cui cittadini sono gli unici ad aver bisogno ancora del visto per viaggiare in Europa. E non ha prodotto risultati concreti nel negoziato con Belgrado. 
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