Kim e l'ultima (folle) accusa alla Corea del Sud: «Covid arrivato qui per colpa dei volantini lanciati da Seul»

È l'ultima tesi sostenuta dalle autorità sanitarie di Pyongyang

Covid, Kim accusa la Corea del Sud: «Virus arrivato per colpa dei volantini lanciati da Seul»
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Venerdì 1 Luglio 2022, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 18:59

La Corea del Nord accusa i sudcoreani di aver introdotto il Covid nella nazione guidata da Kim Jong-un con volantini di contro-propaganda. È l'ultima tesi sostenuta dalle autorità sanitarie di Pyongyang, secondo un dispaccio dell'agenzia Kcna, frutto di un'indagine che ha individuato in un soldato di 18 anni e in un bimbo di 5 anni i primi «casi di febbre» dopo essere venuti a contatto con «oggetti alieni», palloncini e volantini.

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Covid in Corea del Nord, le ultime tesi

L'area della prima «epidemia maligna» è quella di Ipho-ri al confine con le contee orientali sudcoreane di Inje e Yanggu, nella provincia di Gangwon.

A Pyongyang il virus, che ha finora colpito quasi 5 milioni di persone, sarebbe arrivato a metà aprile attraverso persone provenienti da Ipho-ri, nella provincia di Kangwon. Il Nord diede notizia del suo primo focolaio in oltre due anni di pandemia il 12 maggio, varando misure straordinarie di contenimento.

 

I risultati dell'indagine

I risultati dell'indagine, resi noti ieri dal Centro statale per la prevenzione dell'epidemia e delle emergenze, erano già stati sottoposti e approvati dal Comitato centrale del Partito dei Lavoratori di Corea e dal governo, con l'avallo quindi del leader Kim Jong-un. II Centro ha anche «disposto l'emissione di istruzioni d'emergenza» per la vigilanza «su oggetti alieni portati dal vento o da altri fenomeni climatici, e dai palloni aerostatici nelle aree lungo la linea di confine», ha riferito la Kcna. I volantini sono stati fonte di tensione tra le due Coree, con lo Stato eremita che ha chiesto al governo del Sud di adottare misure più severe per fermare «la campagna di diffamazione», minacciando una risposta militare. Il governo sudcoreano ha respinto le affermazioni del Nord, osservando che non vi è alcuna possibilità che il suo focolaio di coronavirus sia collegato «a tali materiali provenienti dal Sud. C'è una visione comune di organizzazioni ed esperti sanitari di Seul e internazionali secondo cui l'infezione da Covid attraverso il contatto di superficie è realisticamente impossibile», ha affermato Cha Duck-chul, un portavoce del ministero dell'Unificazione.

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