Kiev, l'ambasciatore italiano Zazo porta in salvo 20 bambini: sede trasferita a Leopoli

Kiev, l'ambasciatore italiano Zazo porta in salvo 20 bambini: sede trasferita a Leopoli
di Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Marzo 2022, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 13:41

Il convoglio è partito da Kiev carico di famiglie, di minori, accompagnato anche dal pianto e dai sorrisi di sei neonati. A portarli verso una città più sicura, dove la furia dei missili russi non si è ancora accanita come sulla capitale, è l'ambasciatore Pier Francesco Zazo, con tutto il personale diplomatico italiano. Hanno riempito un paio di pullman, poi si è aggiunta qualche macchina personale ed è cominciata la fuga verso Leopoli, la località al confine con la Polonia.
A immaginare da lontano questo convoglio viene in mente La locanda della sesta felicità, il film con Ingrid Bergman, che porta in salvo dalla furia della guerra sino-giapponese un piccolo esercito di bambini. Il viaggio intrapreso dagli italiani e dai diplomatici è lungo e pericoloso: sono 600 chilometri da percorrere nel cuore dell'Ucraina in fiamme. Naturalmente il gruppo non viaggia da solo, per poter partire è scesa in campo la Croce rossa, e tutti gli organismi Onu e Osce. La procedura prevede che sia proprio la Croce rossa a mettersi in contatto con i ministeri ucraino e russo, ad avvertirli che si stanno trasferendo una sede diplomatica e, soprattutto, dei civili.

Ucraina, diretta. Paracadutisti russi atterrano a Kharkiv. Le truppe russe entrano a Kherson


IL PERCORSO
È stato comunicato il percorso e il gruppo ha ricevuto l'ok prima di poter intraprendere il viaggio. Ma questo, comunque, non ne limita i rischi, perché in territorio di guerra sono tante le forze in campo e, in particolare, da quelle parti si muovono milizie senza regole né disciplina. E, infatti, la scorsa settimana lo spostamento era stato sconsigliato. Ora, invece, con la Russia che avverte di andare via da Kiev, deve essersi aperto un piccolo spiraglio che ha convinto l'ambasciatore a lasciare la capitale per spostare l'attività a Leopoli.
«L'Ambasciata italiana è stata trasferita da Kiev a Leopoli, e rimarrà operativa - ha sottolineato il ministro degli esteri Luigi Di Maio -. Grazie presidente Draghi per aver ricordato alle Camere dedizione, coraggio e spirito di servizio dell'ambasciatore in Ucraina Pier Francesco Zazo e di tutto il personale. In questi giorni drammatici loro, insieme ai diplomatici del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, stanno svolgendo un lavoro incessante per i nostri concittadini».
Lo scorso fine settimana, infatti, quando la guerra ha cominciato a ruggire più forte, Zazo ha aperto la porta della sede diplomatica nel centro di Kiev a oltre un centinaio di italiani, compresi ragazzi e bambini piccolissimi, uno di soli 15 giorni. Ha fornito assistenza, cibo e alloggio. Qualcuno è riuscito ad andare via per conto proprio, altri sono stati spostati nella residenza dell'ambasciatore, più lontana dal centro. E ora di quel gruppo, in 72 (tra cui 20 bimbi) hanno scelto di trasferirsi a Leopoli.
«Sono ore drammatiche, abbiamo vissuto momenti difficilissimi - racconta un imprenditore italiano che è appena rientrato a Fiumicino da Kiev, insieme con la famiglia - Abbiamo avuto paura anche di perdere la vita. Voglio ringraziare l'ambasciatore Zazo e tutto il suo staff per l'aiuto che ha dato agli italiani bloccati in Ucraina. Ci ha aperto le porte, insieme a decine di altre persone, fra cui moltissimi bambini. Siamo stati accolti nella sua abitazione e ci ha messo a disposizione cibo e un rifugio. Ora sono al sicuro in Italia, ma sento dagli amici ucraini che la situazione a Kiev è molto peggiorata e i rischi di un attacco sulla città sono concreti. Spero davvero riescano a mettersi in salvo, e che questa guerra disumana e senza senso finisca al più presto».
Il viaggio verso Leopoli è durato molte ore ed è cambiato varie volte.

Il gruppo ha superato numerosi posti di blocco, ha visto militari che preparano le trincee. La prima tappa, comunque, è stata la Moldavia: molti italiani hanno preferito lasciare proprio l'Ucraina. E allora sono stati accompagnati oltre confine. Poi l'ambasciatore, insieme con il personale e anche con qualche giornalista, è tornato a Leopoli, dove nei giorni scorsi sono state individuate delle abitazioni per riaprire l'ambasciata.

 


LA DECISIONE
Ha resistito fino alla scorsa settimana e, ancora ieri non avrebbe voluto andare via, Pier Francesco Zazo. «Resterò a Kiev - aveva detto - fino a quando sarà possibile. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei tanti connazionali che ci stanno chiedendo aiuto». La situazione, però, è precipitata, la stessa attività diplomatica sarebbe stata impossibile senza più luce, gas, comunicazioni. Gli italiani che avevano trovato rifugio nella sua casa andavano messi in salvo. E, così, è stato deciso che era arrivato il momento di partire. Non prima, però, di aver riconosciuto al governo e al popolo ucraino un grande merito: «Sta affrontando davvero una situazione straordinaria», è il pensiero che l'ambasciatore Zazo ha voluto tributare al paese che lo ospita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA