Kiev, famiglia ucraina tenta la fuga in auto: padre e madre freddati dalle forze russe sotto gli occhi del figlio

Il bimbo di 6 anni è stato "risparmiato" e ora ha lasciato la Capitale con la nonna

Kiev, famiglia ucraina tenta la fuga in auto: padre e madre freddati dalle forze russe sotto gli occhi del figlio
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Domenica 3 Aprile 2022, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 18:24

Uccisi mentre tentavano di spostarsi a Kiev. Freddati a un "posto di blocco" mentre in auto cercavano di salvarsi, insieme alla famiglia, nella Capitale sotto assedio. Nella macchina c'erano Maksim Iovenko e la moglie Ksenia, il loro figlio di sei anni e un'anziana amica di famiglia. Un filmato di un drone ucraino mostra tre auto che sfrecciano lungo una strada principale vuota appena fuori dalla capitale ucraina Kiev, quando improvvisamente si girano e tornano indietro, tutte tranne una.

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Padre e madre freddati dalle forze russe sotto gli occhi del figlio

La macchina bianca gira, ma poi si ferma. Un uomo esce e alza le mani. Poi il suo corpo cade a terra. Qualche istante dopo, i soldati russi si avvicinano. Una donna anziana e un bambino scendono dall'auto e un soldato li allontana.

L'uomo a terra era Maksim, 31 anni, ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze russe che erano posizionate sul ciglio della strada. Anche sua moglie Ksenia, che era in macchina, è stata uccisa.

Il racconto

«Fino a quando non ho visto il video, avevo ancora qualche speranza», ha detto alla Bbc il padre di Maksim, Sergiy Iovenko.  «Speravo fosse vivo». Ma non era così. Il brutale assassinio è avvenuto il 7 marzo, quando Maksim e la sua famiglia si sono uniti a un convoglio di una decina di auto di civili che cercavano di lasciare la Capitale. È stato filmato da un gruppo di difesa territoriale ucraino che effettuava ricognizioni aeree. A informare il padre dell'uomo della morte del figlio e della nuora è stato un amico del giovane ucciso: «Sii forte, tuo figlio e tua nuora se ne sono andati».

 

La coppia

Maksim viveva a Kiev, dove lavorava per un'agenzia di viaggi. Aveva conosciuto sul lavoro Ksenia. Dopo l'invasione da parte della Russia aveva capito che la situazione nella Capitale era destinata a peggiorare di ora in ora. Dopo aver discusso della situazione con un vecchio compagno di scuola, Maksim e la sua famiglia si sono trasferiti a ovest, nella seconda casa dell'amico, alla periferia di Kiev, non lontano dall'autostrada E-40 dove sarebbe avvenuta la sparatoria. Maksim ha detto a suo padre che pensava che sarebbe stato più tranquillo lì. Ma non è stato così.

Poi, il 7 marzo, senza elettricità, riscaldamento o cibo, Maksim, Ksenia e altre famiglie avevano deciso di tornare a Kiev. Sapevano di rischiare di imbattersi nelle truppe russe lungo l'autostrada, ma pensavano di potercela fare. L'auto di Maksim era la terza del convoglio, composto da circa 50 persone in totale, compresi altri bambini. Nei finestrini della sua macchina aveva messo dei cartelli scritti a mano su carta bianca che dicevano: «Bambini». Il suo amico faceva parte dello stesso convoglio. Una volta fermati Maksim era sceso dall'auto, alzando le mani e gridando che a bordo c'era un bambino. Poi i colpi.

La sparatoria

Dopo la sparatoria, il corpo di Maksim è stato lasciato in autostrada e quello di Ksenia in macchina. I soldati russi hanno detto al figlio di Maksim e alla donna di tornare indietro lungo la strada. Sono tornati alla casa da dove erano partiti. Poi sono stati evacuati sani e salvi a Kiev il giorno successivo. Il bimbo ora è con la nonna in un luogo sicuro in Ucraina ma lontano da Kiev.

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