Johnson & Johnson, multa da 572 milioni di dollari: «Ha alimentato crisi da oppiacei»

Johnson & Johnson, multa da 572 milioni di dollari: «Ha alimentato crisi da oppiacei»
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Martedì 27 Agosto 2019, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 15:06

Johnson & Johnson annuncia che farà appello contro la sentenza che le ha imposto una multa da 572 milioni di dollari quale «responsabile per lo sviluppo della crisi degli  oppiacei in Oklahoma», emessa dal tribunale distrettuale di Cleveland, nel quadro di una causa intentata dallo Stato Usa contro le aziende produttrici di farmaci oppioidi. La società - cita una nota - è sicura di avere forti motivi per appellarsi a questa decisione. Le overdose da farmaci antidolorifici hanno causato migliaia di morti in uno Stato scarsamente popolato come l'Oklahoma, e oltre 400.000 in tutto il Paese tra il 1999 e il 2017. La causa è una delle oltre 1.900 depositate da enti governativi degli Stati Uniti contro produttori e distributori di oppioidi, ma è stata la prima ad arrivare al processo. Purdue Pharma, best seller nello Stato, si è accordata a marzo per 270 milioni di dollari, mentre Teva ha concordato di pagare 85 milioni di dollari. Più di 40 altri Stati Usa hanno intentato cause contro una serie di compagnie farmaceutiche, chiedendo ingenti risarcimenti per le spese mediche, di contrasto e di trattamento dell'epidemia da oppioidi. Anche migliaia di città, contee, tribù native americane e altri gruppi hanno presentato cause legali riunite in un unico enorme processo nella Corte federale dell'Ohio.

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La ha perso una storica battaglia legale nello stato americano dell' riguardante il suo ruolo nella da. Un giudice ha ordinato a Johnson & Johnson di pagare unadi 572 milioni di dollari per avere alimentato una domanda di oppiacei attraverso il marketing contribuendo alla crisi. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 17,5 miliardi e gli analisti si aspettavano un colpo da almeno 1 miliardo. Stando al giudice, Thad Balkman, il procuratore dello stato ha dimostrato che le pratiche di promozione e vendita di oppiacei dell'azienda sono state «fuorvianti» compromettendo la salute degli abitanti dell'Oklahoma.

La crisi provocata dal gruppo, ha proseguito il giudice, «è dimostrata dall'aumento dei tassi di dipendenza, dalle morte per overdose e dalla Sindrome di astinenza neonatale» diffusa nello stato. Il gruppo e la sua controllata Janssen Pharmaceutical Companies hanno subito annunciato un ricorso, un iter che si aspettano si protrarrà nel 2021. In attesa della sua conclusione, la società farmaceutica multinazionale statunitense vuole che la decisione «sbagliata» del giudice sia congelata.

Il giudizio - evidenzia J&J - non tiene conto del fatto che la società ha rispettato le leggi federali e statali, dell'importante ruolo che i suoi medicinali svolgono nella vita delle persone che ne hanno bisogno, delle pratiche di marketing sempre responsabili e del fatto che, dal loro lancio, prodotti come Duragesic*, Nucynta* e Nucynta* Er hanno rappresentato meno dell'1% delle prescrizioni totali di oppiacei in Oklahoma e negli Stati Uniti. «Janssen non ha causato la crisi degli oppiacei in Oklahoma, e né i fatti né la legge supportano questa accusa», ha affermato Michael Ullmann, vice presidente esecutivo, General Counsel, Johnson & Johnson. «Riconosciamo che la crisi degli oppiacei è un problema di salute pubblica tremendamente complesso - ha aggiunto - e abbiamo una profonda solidarietà nei confronti di tutte le persone colpite. Stiamo lavorando con i nostri partner per trovare modi per aiutare chi ne ha bisogno».

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