È tornato libero a 83 anni, dopo 68 anni di carcere. Aveva appena 15 anni quando fu condannato a due ergastoli, per due omicidi che sosteneva di non aver commesso. Joe Ligon era un afro-americano analfabeta, che si era trasferito con i genitori dalle campagne dell'Alabama alla città di Filadelfia in Pennsylvania. Correva l'anno 1951, e la pedagogia era una scienza quasi sconosciuta, e Joe fu senza tanti complimenti relegato alle elementari, nonostante fosse già un tredicenne grande e grosso. Così il suo destino fu segnato. Solo, povero, umiliato, preso in giro, Joe abbandonò la scuola e finì in una banda.
LE AGGRESSIONI
Nella notte del 20 febbraio 1953, tre di loro si ubriacarono e commisero una serie di violenti furti, armati di coltelli. Alla fine della notte selvaggia, due uomini erano stati uccisi e sei feriti. Joe confessò di aver partecipato alle aggressioni, ma sostenne sempre di aver solo ferito una delle vittime.
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La condanna di un minore all'ergastolo è stata giudicata anticostituzionale dalla Corte Suprema nel 2012. La Pennsylvania si era però rifiutata di applicare la sentenza retroattivamente. E solo dopo un nuovo ricorso, anche questo Stato ha dovuto accettare il parere dei giudici, ma ha offerto a tutti gli ergastolani condannati da minori solo lo sconto a 35 anni di detenzione con la coda della libertà condizionata a vita. E questo Joe l'ha rifiutato: «Non è libertà, se possono rimetterti subito in prigione se ti sposti nello Stato accanto per un giorno». Il suo rifiuto, nel 2017, aveva fatto rumore, e vari ex ergastolani sono andati a trovarlo in prigione per convincerlo ad accettare il compromesso. Uno di questi, John Pace, che nei suoi venti anni da carcerato vicino a Joe era diventato suo amico, si è rifatto una vita ed è diventato un assistente sociale specializzato nell'aiutare ex detenuti a rientrare nella società. È stato lui, insieme all'avvocato difensore Bradley Bridge, ad aiutare Joe a trovare casa e riprendere contatto con la città una volta che gli è stato riconosciuto di aver portato a compimento la condanna con i 35 anni già scontati, senza bisogno di condizionale.
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LA LIBERTÀ
A quel punto, quando finalmente la libertà è arrivata, Joe era il detenuto più anziano negli Usa condannato all'ergastolo da minorenne. Uscito, Joe ha incontrato un giornalista del Philadelphia Inquirer nell'ufficio del suo avvocato, all'ottavo piano di un grattacielo: «Tutto questo è nuovo per me, non c'erano tutti questi palazzi negli anni Cinquanta» ha commentato Joe, che si è augurato che la sua vicenda serva a evitare che altri giovani «siano trattati così male».
«Non sono un uomo cattivo» ha spiegato, e ha aggiunto che quando la polizia gli aveva detto che avrebbe fatto bene a confessare, non gli aveva precisato che sarebbe significato l'ergastolo. Mentre era in prigione, Joe Ligon ha imparato a leggere e a scrivere, ed è diventato un pugile, seguendo un rigidissimo regime di allenamento anche adesso che ha 83 anni: «Sono ottimista - ha promesso all'avvocato che gli è stato accanto per anni gratuitamente - Penso che riuscirò a sopravvivere».