Luca Tacchetto e la fidanzata Edith atterrati a Ciampino: sono riusciti a fuggire, erano stati rapiti 15 mesi fa

Luca Tacchetto e la fidanzata Edith liberi: sono riusciti a fuggire, erano stati rapiti 15 mesi fa
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Sabato 14 Marzo 2020, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 11:30

Quindici mesi di angoscia e silenzio. Poi, improvvisa, la fine dell'incubo: Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Blais, rapiti in Burkina Faso nel dicembre 2018, sono liberi e sono atterrati a Ciampino questa mattina, domenica 15 marzo. Ad attenderlo, tra gli altri, il capo dell'Unità di Crisi della Farnesina che è stata al fianco della famiglia negli ultimi 15 mesi. In un primo momento sembra che la coppia sia stata liberata in un'operazione in cui è coinvolta anche l'Onu, poi si precisa che i due sono scappati da soli vestiti da tuareg. È Mahamat Saleh Annadif, capo di Minusma (la missione Onu in Mali), a ricostruire le modalità della liberazione spiegando che Luca e Edith sono riusciti a fuggire dai loro sequestratori a Kidal, nel nord-est del Mali, e hanno fermato un'auto civile che li ha condotti in una vicina base dei caschi blu. 

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​Nel pomeriggio sono arrivati a Bamako in buone condizioni ma sorpresi di non essere salutati nemmeno con una stretta di mano e anzi, di essere accolti da personale sanitario con guanti e mascherina che ha misurato loro la temperatura. È così che hanno appreso dell'emergenza coronavirus che impedirà di festeggiarli quando torneranno a Vigonza (Padova), luogo di origine di Luca. «Non ho ancora ricevuto notizie ufficiali, ma in paese siamo tutti emozionati e pronti a scoppiare di gioia», aveva detto il sindaco Innocente Marangon quando si erano diffuse le prime voci. E aveva aggiunto, «Non potremo festeggiare... il problema è che questa grande notizia non deve generare il contrario di quello che dobbiamo fare, cioè rimanere a casa». Poi sono arrivate le conferme. 

«In questo momento di difficoltà per il Paese arriva una buona notizia: il nostro connazionale Luca Tacchetto è libero. L'ho appena sentito al telefono e sta bene», ha scritto su facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha avuto colloqui telefonici con il collega canadese Philippe Champagne, postando una foto di Tacchetto e ringraziando «tutti gli apparati dello Stato che hanno lavorato per riportarlo a casa». «Luca è in mani sicure», ha confermato a sua volta il papà, Nunzio, al sindaco di Vigonza. «Grande commozione» è stata espressa dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati. E il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha scritto su Twitter che la liberazione «è una buona notizia. E in questo momento abbiamo bisogno di buone notizie». Il vice ministro degli Esteri Marina Sereni, in un tweet, si è detta felice e ha riconfermato «l'impegno per la liberazione di tutte le persone rapite». 
 

 


Non ci sono ancora notizie certe sui sequestratori ma l'intera area del Sahel è una roccaforte di cellule jihadiste e i due ragazzi potrebbero essere stati rapiti da criminali comuni e poi venduti a gruppi islamisti o essere passati di mano in mano da una milizia all'altra. Luca era partito dall'Italia in auto con Edith, conosciuta durante l'Erasmus in Canada, alla fine di novembre 2018. Dopo aver passato lo Stretto di Gibilterra ed essere sbarcati in Marocco si erano diretti verso sud: obiettivo finale il Togo, dove risiede una coppia di amici conosciuti in un precedente viaggio e ai quali il ragazzo aveva promesso un aiuto per la costruzione di un villaggio per la popolazione più disagiata.

Le ultime foto postate da Edith il 15 dicembre mostravano i due sorridenti e abbracciati, scatti del viaggio, una cena a casa di un amico francese a Bobo-Dioulasso, la seconda città del Burkina Faso, e un breve video in un locale dopo cena. Poi il silenzio. E l'angoscia che tra Italia e Canada cresceva a ogni notizia che arrivava dal Burkina Faso come quella del ritrovamento del corpo crivellato di colpi di un canadese rapito ai primi di gennaio 2019. Ora a Vigonza e non solo un sospiro di sollievo, un momento di gioia in un periodo davvero buio. Con le campane che hanno suonato a festa.  

 

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