Iraq, proseguono gli scontri: 100 morti e 4.000 feriti. Tra le vittime tre poliziotti e un bambino

Iraq, proseguono gli scontri: 100 morti e 4000 feriti. Tra le vittime tre poliziotti e un bambino
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Sabato 5 Ottobre 2019, 15:20

La Suprema commissione per i diritti umani in Iraq, ente anch'esso vicino al governo, parla di 93 morti e circa 4.000 feriti. Altre fonti ufficiali irachene, citate dalla tv semi-governativa al Iraqiya, parlano invece di 65 morti accertati. La maggior parte delle vittime risultano manifestanti e attivisti, ma tra le persone uccise ci sono anche tre poliziotti e un bambino. Migliaia di persone hanno provato oggi a tornare in piazza a Baghdad e in altre città del sud del paese, ma il massiccio dispiegamento di forze di sicurezza e la chiusura di strade e ponti hanno finora impedito l'assembramento di persone nei luoghi simbolo delle proteste per il caro vita. Queste sono scoppiate martedì scorso e sono durate fino a ieri. Le principali cariche istituzionali del paese hanno promesso che intendono discutere le richieste dei manifestanti riguardo alla lotta alla corruzione, la fornitura di servizi di base, la creazione di posti di lavoro.

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Iran, Usa e Israele dietro gli scontri. «Gli Stati Uniti e Israele sono dietro i recenti scontri (in Iraq) con lo scopo di minare l'imminente pellegrinaggio sciita»: lo ha detto il responsabile della preghiera del venerdì, l'ayatollah Mohammad Emami Kashani, secondo quanto riporta la stampa iraniana. Riferendosi alle celebrazioni dell'Arbaeen previste quest'anno il 19 ottobre, che segnano la fine del periodo di lutto di 40 giorni per il martirio dell'imam Hussein, ucciso nel 680 nella battaglia di Kerbala (nell'attuale Iraq), l'ayatollah ha aggiunto: «Gli Stati Uniti e il sionismo hanno preso di mira Arbaeen e l' Iraq e hanno creato problemi poichè è difficile per loro accettare la processione di milioni di pellegrini a Karbala e l'innalzamento della bandiera dell'Imam Hussein, che è la bandiera della lotta contro l'oppressione».
 

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