Usa e Iran a un passo dalla guerra. Trump: «Ho fermato i caccia in extremis»

Usa e Iran a un passo dalla guerra. Trump: «Ho fermato i caccia in extremis»
di Flavio Pompetti
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Sabato 22 Giugno 2019, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 09:15

«L'arma era già carica e il colpo era innescato». Donald Trump ieri mattina ha confermato con un Tweet quanto fonti anonime dell'amministrazione avevano già rivelato la sera prima al New York Times: nella notte tra giovedì e venerdì, all'una di mattina in Italia, il presidente degli Usa ha ordinato l'arresto di un'operazione militare già in atto contro l'Iran che lui stesso aveva approvato, e che avrebbe potuto scatenare un conflitto tra i due paesi. Pochi minuti prima la sua amministrazione aveva fatto giungere a Tehran via Oman un messaggio che annunciava l'attacco, e chiedeva all'ayatollah Khameini una replica immediata, se intendeva evitarlo. Gli aerei statunitensi erano pronti al decollo, e l'artiglieria a bordo delle navi da guerra che accompagnano la portaerei Abraham Lincoln nel Golfo Persico aveva puntato i missili Tomahawk in territorio iraniano.

​Iran, Alitalia e cinque compagnie evitano golfo dell'Oman e stretto di Hormuz
 

 


GLI OBIETTIVI
I bersagli erano tre, fra installazioni radar e basi missilistiche. L'attacco era una risposta all'abbattimento del drone RQ4 della Air Force, che gli iraniani avevano colpito lunedì scorso in quello che definiscono lo spazio aereo territoriale sopra lo stretto di Hormuz, mentre gli Usa obiettano che si trovava in zona extraterritoriale. «A quel punto ho chiesto: quante persone moriranno?» continua il tweet di Trump. «Un generale mi ha risposto: le vittime saranno 150, signore. Mancavano 10 minuti al bombardamento e io ho fermato la missione. Il costo delle vite non mi sembrava proporzionato alla perdita di un velivolo privo di equipaggio».
L'umanità e il buon senso del presidente degli Usa hanno stimolato la pronta risposta del governo di Teheran: il generale Amir Ali Hajizadeh ha rivelato all'agenzia Fars News che la notte di lunedì l'artiglieria iraniana aveva la scelta di colpire oltre al drone, anche un aereo da pattugliamento P8 Poseidon che lo affiancava con 35 militari statunitensi a bordo. La decisione è stata abortita, per evitare la perdita di vite umane.
Dietro questo teatrino delle buone intenzioni intanto, la tensione internazionale cresce insieme al timore che una nuova scintilla possa davvero innescare un conflitto di proporzioni incalcolabili. Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov definisce la situazione «un atto di equilibrismo sul filo della guerra», e chiede «a tutte le parti responsabili a Washington, ammesso che ce ne siano ancora» di valutare le possibili conseguenze. A Riad l'inviato speciale statunitense per l'Iran Brian Hook si è incontrato con il vice ministro per la Difesa saudita Kahlid bin Salman, a conferma del vasto potere di intimidazione che il regime di Teheran vanta in area medio orientale. Nell'impossibilità di rispondere colpo su colpo alla superiorità militare di Washington, il regime degli ayatollah può comunque contare su una escalation orizzontale, con la quale i suoi alleati potrebbero aiutarlo a colpire le basi militari Usa in Iraq, intensificare gli attacchi su Israele dal Libano e dalla striscia di Gaza, e intensificare il livello del conflitto tra Yemen e l'Arabia.

NESSUNA COMUNICAZIONE
Di fronte ad un teatro così vasto, l'attacco diretto degli Usa contro obiettivi iraniani avrebbe polarizzato il confronto tra i due paesi, e costretto gli Stati Uniti a prendere da soli le redini del conflitto. Donald Trump continua a scrivere che non ha nessuna intenzione di scatenarlo, e invita il regime di Teheran ad un negoziato. Ma non ci sono segni che le diplomazie dei due paesi abbiano aperto una linea di comunicazione, nemmeno in seguito agli avvenimenti più recenti. La Federazione aerea degli Usa ha ordinato la sospensione dei voli commerciali sul cielo iraniano e sulle acque dello stretto di Hormuz, e anche le compagnie europee hanno deviato i viaggi dei loro aerei (Alitalia ha dovuto spostare un unico volo, quello da Roma a Delhi) . L'unico segno di un possibile dibattito è la convocazione del Consiglio di sicurezza, che gli Usa hanno chiesto oggi all'Onu, per illustrare il quadro della situazione.
 

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