Ilaria De Rosa, l'hostess in carcere in Arabia: «La droga non c'entra». L'ultimo video: è salita in auto con tre uomini

Ilaria, proprio per il lavoro che fa, è sottoposta a continui test antidroga. Per cui i familiari escludono che l'arresto sia scaturito da un suo possesso di stupefacenti

Ilaria De Rosa, l'hostess in carcere in Arabia: «La droga non c'entra». L'ultimo video: è salita in auto con tre uomini
di Maria Elena Pattaro
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Martedì 23 Maggio 2023, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 08:55

È in un carcere saudita da quasi venti giorni. Ieri Ilaria De Rosa, hostess trevigiana di 23 anni, arrestata all'inizio di maggio, ha incontrato il console italiano Simone Petroni. La giovane è in buone condizioni ed è stato firmato il mandato per avere avvocati locali, consigliati dal consolato. Le autorità dell'Arabia Saudita hanno concesso al diplomatico la visita in carcere, dopo le pressioni esercitate dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Ci stiamo muovendo affinché ci possa essere presto una visita consolare in carcere magari con la presenza di un avvocato, perché si possa difendere. E comunque perché ci possa essere un accertamento da parte delle autorità italiane delle sue condizioni di salute», ha spiegato il titolare della Farnesina a margine del consiglio Affari esteri che si è svolto a Bruxelles. La 23enne, originaria di Resana (Treviso) e dipendente della compagnia lituana Avion Express, è rinchiusa in un carcere che dista circa 45 chilometri da Jeddah, la città in cui è stata arrestata, presumibilmente la notte tra il 2 e il 3 maggio. Oltre all'incontro con il console, l'altra notizia confortante che arriva dalla Farnesina riguarda il capo di accusa. Non si tratterebbe di traffico di sostanze stupefacenti, come era stato ipotizzato nei giorni scorsi in base alle informazioni frammentarie filtrate dall'Arabia, ma di possesso e consumo di droga. Un reato meno grave, anche se in fatto di droga il paese del Golfo non transige. L'imputazione, tuttavia, non è stata ancora formalizzata. Ed è proprio questo uno degli aspetti su cui la Farnesina sta facendo pressione.

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I TIMORI

Intanto alcuni familiari della 23enne stanno raggiungendo Jeddah per partecipare da vicino alle delicate fasi giudiziarie. Il papà Michele, ufficiale dell'Aeronautica in servizio in una base Nato in Belgio, è già partito per l'Arabia mentre mamma Marisa e la sorella maggiore Laura sarebbero in attesa di eventuali sviluppi. Sono ore in cui l'angoscia si alterna alla speranza. «Siamo molto preoccupati, ma siamo convinti che si tratti soltanto di un colossale equivoco» ha affermato la famiglia, escludendo l'ipotesi che la ragazza possa essere rimasta coinvolta in un giro di droga. Mamma e sorella di Ilaria, parlando con il sindaco di Resana, Stefano Bosa, hanno ipotizzato che sia finita in manette per colpa di qualcuno che era con lei: un amico "pizzicato" con una canna dopo una serata di festa.
«Ilaria, proprio per il lavoro che fa, è sottoposta a continui test antidroga - ha spiegato il primo cittadino -.

Per cui i familiari escludono che l'arresto sia scaturito da un suo possesso di stupefacenti, visto che non ne può far uso. Sostengono invece che, trattandosi di un periodo in cui è finito da poco il Ramadan e che in giro per Jeddah non si contano le feste, fosse in compagnia di qualcuno che è stato trovato con della droga e che la polizia abbia finito per arrestare tutto il gruppo di amici». Un'ipotesi che potrebbe trovare conferma nel fatto che la giovane assistente di volo è stata vista l'ultima volta uscire dall'hotel in cui alloggiava, lo Spectrums Residence, assieme a tre uomini, per salire su un'auto. Scena ripresa dalle telecamere dell'albergo, che sono poi le ultime in cui si vede Ilaria. Da quel momento, infatti, non si sa cosa sia accaduto e soprattutto dove.

 

I CONTATTI

Oltre alla Farnesina, al consolato italiano a Jeddah e all'ambasciata italiana a Riyad, anche la Avion Express, ha messo in moto i propri canali per tentare di risolvere quanto prima la situazione. È stato un manager della compagnia ad avvertire il padre di Ilaria che non riusciva a contattare la figlia dal 4 maggio scorso, dando anche l'indicazione del luogo in cui alloggiava. Da quel momento sono scattate le telefonate dei familiari, i tentativi di contatto, tutti andati a vuoto. E così mamma Marisa ha chiesto aiuto ai carabinieri di Castelfranco Veneto (Treviso), denunciando la scomparsa della figlia. In meno di 48 ore è arrivata alla famiglia la comunicazione ufficiale, confermata dalla Farnesina, che l'assistente di volo era stata arrestata a Jeddah. Città dove la giovane viveva ormai da tre mesi, dopo aver passato gli ultimi anni in Germania e poi a Maastricht, dove si era iscritta a una scuola internazionale, lo Uniter world college, per portare avanti gli studi dopo il diploma in Scienza umane, a Treviso. Il suo paese, Resana, cittadina di 9mila abitanti, è pronto a mobilitarsi: «Liberate Ilaria». Ma il deputato trevigiano della Lega Dimitri Coin, membro della commissione Affari esteri, invita alla cautela: «La situazione è molto delicata. A quanto pare Ilaria, una ragazza comunque preparata per vivere e lavorare all'estero, si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato».
 

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