Hong Kong, l'evento con l'attivista Joshua Wong in Parlamento scatena lo scontro Italia-Cina

Hong Kong, l'evento con l'attivista Joshua Wong in Parlamento scatena lo scontro Italia-Cina
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Venerdì 29 Novembre 2019, 20:49 - Ultimo aggiornamento: 23:08

Esplode un caso diplomatico in piena regola tra Italia e Cina dopo la conferenza che giovedì al Senato ha visto collegarsi in video con un gruppo di parlamentari Joshua Wong, l'attivista e leader della protesta di Hong Kong. Un'iniziativa che ha mandato su tutte le furie l'ambasciata di Pechino a Roma, che l'ha bollata come un «comportamento irresponsabile». Suscitando a sua volta a stretto giro di posta la reazione di governo e parlamento, con la Farnesina che parla di dichiarazioni «del tutto inaccettabili e totalmente irrispettose».

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Parole sottoscritte dal presidente della Camera Roberto Fico, che ha sottolineato il «diritto dei parlamentari di esprimere opinioni politiche», e da quella del Senato Elisabetta Casellati («libertà di opinione e di pensiero sono capisaldi della nostra democrazia»). Lo stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha poi sottolineato che «i legami commerciali non possono assolutamente mettere in discussione il rispetto delle nostre istituzioni». Mentre dall'opposizione il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato: «Non siamo una provincia cinese (anche se magari Grillo la pensa così)». Lunghissima, a seguire, la sequela di dichiarazioni sdegnate di parlamentari lungo quasi tutto lo spettro della politica, dal Pd a Fratelli d'Italia e a Forza Italia.

Per ora sembra difficile prevedere se a queste parole seguirà un'ulteriore escalation polemica tra due Paesi che - con questo e con il precedente governo - avevano raggiunto un picco particolarmente positivo nelle relazioni bilaterali, coronato dalla firma degli accordi sulla nuova Via della Seta e che appena qualche settimana fa hanno visto Di Maio accolto in Cina da Xi Jinping con gli onori di un capo di Stato.

Lo stesso leader M5s, peraltro, è sempre stato finora estremamente cauto nelle sue dichiarazioni sulla situazione ad Hong Kong. Riguardo le manifestazioni in corso da mesi aveva detto che l'Italia «non vuole intromettersi nelle vicende interne di altri Paesi». Tanto che lo stesso Wong, parlando giovedì con i parlamentari italiani, si è detto «deluso» da quelle che ha definito «dichiarazioni indifferenti» da parte del capo della diplomazia italiana.

Che la scorribanda di Joshua Wong in Italia avrebbe fatto molto rumore, e creato possibili frizioni diplomatiche, era già apparso chiaro quando si era diffusa a inizio novembre la notizia di una sua imminente visita nel nostro Paese. Il ministero degli Esteri cinese, a riprova di quanto il tema per Pechino sia ad alta tensione, aveva ammonito a «non fornire sponde alle attività indipendentiste». La richiesta di Joshua Wong di espatrio per un viaggio in Europa era poi stata rigettata dalla Corte di Hong Kong e l'attivista ha dovuto ripiegare su dei collegamenti in videoconferenza.

A organizzare l'incontro della discordia nella sala Caduti di Nassirya del Senato sono stati Fratelli d'Italia e il Partito Radicale. In particolare, per ospitare la voce di Wong in parlamento si sono spesi il senatore di FdI e vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, Laura Harth, rappresentante del Partito Radicale presso l'Onu, e Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore ed ex ministro degli Esteri. Ma a partecipare all'evento è stata una platea bipartisan. Tra gli altri, sono intervenuti i parlamentari di Forza Italia Enrico Aimi e del Partito democratico Valeria Fedeli.

Wong ha utilizzato l'occasione per denunciare la «crisi umanitaria» in corso a Hong Kong e per lanciare bordate contro il governo dell'ex protettorato britannico, contro Pechino ma anche contro l'Italia, accusata di «fornire mezzi per la repressione» e invitata dall'attivista a chiedere in modo chiaro «di fermare le violazioni dei diritti umani».

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