L'attivista Joshua Wong, simbolo della protesta anti-Pechino, è stato arrestato a Hong Kong con l'accusa di aver partecipato nell'ottobre del 2019 ad una «manifestazione illegale». È stato lo stesso 23enne, rilasciato su cauzione qualche ora dopo, a dare la notizia del suo fermo su Twitter scatenando l'indignazione e la preoccupazione internazionale, dall'Ue a una parte della politica italiana che qualche mese fa aveva invitato il leader pro-democrazia a un intervento, in collegamento video, al Senato.
#BREAKING Joshua is arrested when reporting to Central Police Station at about 1pm today. The arrest is related to participating in an unauthorized assembly on 5Oct last year. He is told to have violated the draconian anti-mask law as well.
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) September 24, 2020
«L'arresto è legato alla partecipazione ad un assembramento illegale il 5 ottobre dell'anno scorso e anche alla violazione della draconiana legge anti-mascherina», si leggeva sull'account Twitter di Wong subito dopo il suo fermo. «Rischio fino a 5 anni per assembramento illegale e fino a un anno per aver indossato la mascherina ma non mi scoraggio se penso ai miei compagni attivisti che soffrono in carcere ad Hong Kong o in Cina», ha scritto.
Non è la prima volta che il giovane attivista viene arrestato. Lui che neanche 18enne nel 2014 ha dato vita al 'movimento degli ombrelli' contro la Cina, a luglio aveva dichiarato che «non era il momento di arrendersi» nonostante lo scioglimento di Demosisto, il movimento fondato assieme a Nathan Law, Jeffrey Ngo e Agnes Chow, giovani espressioni di una Hong Kong che non vuole rassegnarsi alla dura legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino.
«L'arresto di oggi è un abuso del sistema giudiziario che ha formulato accuse sulla base di leggi dichiarati incostituzionali», ha attaccato Wong sui social media riferendosi al divieto di indossare la mascherina che l'Alta Corte di Hong Kong aveva bocciato. «Nonostante questo, io scelgo di non arrendermi», ha ribadito l'attivista che a differenza di Law, fuggito in Gran Bretagna, non ha mai lasciato la città in cui è nato e cresciuto in una famiglia cristiana dell'alta borghesia.
Il fermo di Wong è l'ultimo di una serie preoccupante di arresti, ha dichiarato in una nota il portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ribadendo la necessità che l'ex colonia britannica si doti di un sistema giudiziario indipendente, «privo di influenza politica». Questi sviluppi, ha avvertito Bruxelles, «mettono in discussione la volontà della Cina di mantenere fede ai suoi impegni internazionali, minano la fiducia reciproca e hanno un effetto nei rapporti tra l'Ue e Pechino».
Il vice-presidente di Forza Italia Antonio Tajani ha espresso su Twitter il suo sostegno per un ragazzo che «da anni si batte ad Hong Kong per difendere la democrazia e il rispetto dei diritti umani dall'oppressione comunista», mentre il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (Fratelli d'Italia) ha chiesto al governo di richiamare l'ambasciatore italiano a Pechino.
For years he has been fighting in #HongKong to defend democracy and respect of human rights from the communist oppression. Support and freedom for #JoshuaWong, arrested for "illegal gathering". #FreeWong https://t.co/7FFDPJQ4Xp
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 24, 2020
Nel dare l'annuncio della sua scarcerazione su Twitter, l'attivista ha invitato a «non festeggiare una strana rapida liberazione» e a occuparsi invece dei dodici giovani di Hong Kong fermati in Cina mentre cercavano di fuggire a Taiwan. Tra i 16 e i 33 anni, stavano attraversando il confine a bordo di un'imbarcazione quando sono stati arrestati.
Nothing to celebrate on bizarrely prompt release. Case will be mentioned Eastern Magistrates Court on 30 Sep 2:30pm, the day before China’s decision to approve the arrest of #12youths activists and its national day. @save12hkyouths #StandwithHK #Save12HKyouths
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) September 24, 2020