«Chiamatemi solo Harry», il principe accelera lo strappo da Buckingham Palace

«Chiamatemi solo Harry», il principe accelera lo strappo da Buckingham Palace
di Francesco Malfetano
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 09:34

«Chiamatemi Harry. Harry e basta». Niente principe o duca di Sussex né tantomeno conte di Dumbarton com'è noto in Scozia. A quasi un mese dalla sua rinuncia formale ai fregi della royal family inglese che avverrà il 31 marzo, il 35enne ex bad boy dei Windsor ha accelerato i tempi ed ha chiesto agli organizzatori di una conferenza di non presentarlo più come vorrebbe l'etichetta imposta da Buckingham Palace. Stop a sir o sua altezza reale quindi, «questo tipo di formalità non sono più necessarie» avrebbe detto. Così, quando ieri il nipote della regina Elisabetta è salito sul palco per parlare di turismo sostenibile ad Edimburgo, l'organizzatrice dell'evento Ayesha Hazarika si è trovata a prestare la propria voce al primo riflesso quasi ufficiale del cambiamento in atto nella monarchia britannica. «Ha detto che vuole essere chiamato solo Harry - ha specificato la donna al pubblico - Quindi signore e signori, per favore, date un caloroso benvenuto scozzese a Harry».

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Una precisazione dalla portata storica che non pare abbia messo affatto in difficoltà il 35enne.
L'uomo, davanti ad una platea di aziende specializzate, ha semplicemente fatto ciò che negli anni lo ha reso molto amato dai sudditi britannici: si è occupato con coscienza di un tema complesso come l'impatto del turismo sull'ambiente. Harry, che però di recente è stato criticato per l'eccessivo uso di jet privati negli spostamenti, ha avvertito che la crescita dei viaggi intorno al pianeta sta danneggiando alcuni dei siti più amati del mondo e che «se non agiamo anticipando l'inevitabile impennata del turismo» aumenterà anche il rischio di «vedere chiuse» o «distrutte» alcune «delle destinazioni più belle».

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L'EVENTO
In realtà il cambio passo dell'ex principe, si era già notato prima dell'arrivo alla conferenza. Ad Edimburgo il giovane si è recato in treno da Londra e, come sottolineato dagli attenti tabloid d'oltre Manica, lo ha fatto portandosi la valigia da solo e senza folle ad attenderlo (seppur scortato da guardie del corpo di Scotland Yard). Un modo come un altro per sottolineare di «Essere la stessa persona che molti di voi hanno visto crescere nel corso degli ultimi 35 anni» come aveva detto poche settimane fa annunciando proprio gli impegni di questo fine febbraio.

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Il discorso scozzese infatti, non sarà l'ultimo atto dell'ormai quasi ex principe da componente della famiglia reale. Domani il 35enne sarà a Londra nei leggendari Abbey Road Studios per registrare con Jon Bon Jovi il coro per gli Invictus Games, la competizione sportiva per i veterani di guerra ideata dallo stesso Harry. Tant'è che proprio alla cerimonia di chiusura dei giochi del 5 marzo dovrebbe prendere parte anche Meghan Markle con il piccolo Archie che, al momento, sarebbero rimasti nella nuova casa canadese.

Dal loro arrivo in poi si prevede un escalation che, tra incontri ufficiali e dialoghi ufficiosi, si interromperà il 10 marzo con il rientro della coppia a Vancouver e poi culminerà il 31 del mese con l'addio alla casa reale. I giorni restanti alla primavera della liberazione come certa stampa l'ha definita, rischiano però di essere piuttosto agitati. Ad esempio non si sarebbero sopiti gli scontri con i duchi di Cambridge, Kate Middleton e William che, non a caso, partiranno per una visita di Stato in Irlanda proprio nei giorni in cui Harry e Meghan accentreranno su di loro l'attenzione.
 

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