Wagner, la faida indebolisce Putin. Prigozhin, capo dei mercenari, fa arrestare un ufficiale russo: «Ha ordinato di colpire i miei uomini»

Le accuse al ministro Shoigu di aver fatto minare le vie di fuga da Bakhmut

Wagner, la faida indebolisce Putin. Prigozhin, capo dei mercenari, fa arrestare un ufficiale: «Ha ordinato di colpire i mieri uomini»
di Marco Ventura
4 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Giugno 2023, 23:32 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 08:45

Il volto tumefatto, la voce bassa, le palpebre che sbattono nervosamente, i sospiri, le risposte secche a domande lapidarie. Un doloroso canovaccio. Il video dell’interrogatorio a cui i mercenari Wagner sottopongono il tenente colonnello Roman Venetivin, comandante della 72a Brigata meccanizzata fucilieri dell’esercito russo, è lo specchio dello scontro senza quartiere che dilania le diverse anime dell’armata imperiale di Putin

Prigozhin, dal colpo di stato in Russia al ruolo politico: ecco i progetti ambiziosi del capo della Wagner


LA CONFESSIONE
Venetivin confessa di avere ordinato di far fuoco contro le colonne del gruppo Wagner che si lasciavano alle spalle Bakhmut, mesi e mesi di corpo a corpo in quella che è al momento la più sanguinosa battaglia combattuta in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa.

I generali ucraini lo avevano pronosticato: il giorno in cui le truppe mercenarie di Prigozhin avessero lasciato il fronte non per avanzare ma per arretrare, sarebbero state colpite dai fratelli coltelli del ministero della Difesa. Una vendetta covata nelle ultime settimane in cui l’ex chef di Putin a capo di Wagner ha scagliato via social le sue invettive contro il ministro Shoigu, il capo di stato maggiore Gerasimov, il Cremlino e le élite moscovite e sanpietroburghesi.

 

Il 17 maggio, vicino al villaggio di Semigorye, gli uomini di Venetivin avrebbero sparato sui «musicisti» di Wagner per «l’antipatia personale» che il loro comandante ammette ora di nutrire verso Prigozhin. Aggiunge che era ubriaco, a parziale discolpa. E un canale Telegram russo, Sirena, fa sapere di avere verificato l’identità e scoperto che l’ufficiale, 45 anni, fatto prigioniero dai Wagner, ha lavorato in una società di sicurezza privata a Nizhny Novgorod e dieci anni fa ha dovuto consegnare la patente per guida in stato di ebbrezza. Un episodio minore e una figura minore, se non fosse che Prigozhin espone un ufficiale russo alla gogna mediatica. Da Belgorod, la cittadina frontaliera vittima di raid e incursioni dei «partigiani russi» anti-Putin, questi ultimi propongono uno scambio del tenente colonnello coi loro ostaggi, pure russi. Ipotesi che Prigozhin respinge dicendo di aver già consegnato Venetivin alla giustizia militare di Mosca, e non volere scambi di “russi con russi». 


LE DENUNCE
L’impietoso video postato da Prigozhin viene dopo le denunce degli ultimi giorni, su Telegram, circa la disseminazione di mine stradali, trappole e altri ordigni anti-tank lungo la via del ritorno dei wagneriani dal fronte. Un percorso minato allestito dall’esercito di Shoigu. Di più: gli spari sui mercenari sarebbero partiti proprio nel momento in cui avevano finito di sminare la strada. Una vera imboscata fratricida. Prigozhin è ancora più esplicito nelle sue accuse, come riporta l’Institute for the study of war, affermando che gli ordigni erano stati piazzati in aree nelle quali non operavano unità ucraine, si trattava perciò di attacco deliberato, una «fustigazione» pubblica, un passaggio punitivo sotto le forche caudine a opera dei soldati russi. Come non bastasse, contro i «musicisti» si sono scagliati i miliziani di Kadyrov, il leader ceceno felice di rimpiazzare i wagneriani nell’immaginario russo e fare bella figura col suo riferimento indiscusso e adorato, Putin.

I Wagner e gli uomini di Kadyrov stanno facendo a gara, per esempio, nel proporsi come coloro che potranno liberare e pacificare la regione di Belgorod che è terreno di incursioni ormai quotidiane dal lato ucraino della frontiera. I ceceni sono arrivati a definire Prigozhin «blogger isterico». I musicisti da una parte, i ceceni e le truppe regolari russe dall’altra, avrebbero perfino ingaggiato una battaglia a colpi di fucile prima di ritirarsi da Kherson, nel Sud dell’Ucraina, secondo testimonianze del Times di Londra. Stando a Abbas Gallyamov, analista politico russo, che Prigozhin sia potuto andare così lontano nelle accuse alle élite russe dipende dal fatto che «Putin oggi ha bisogno di Prigozhin più di quanto Prigozhin abbia bisogno di Putin». Sullo sfondo, la battaglia per il Cremlino quando tutto si sarà consumato, la guerra sarà finita e a Putin, comunque vada, non resterà che leccarsi le ferite di una sconfitta annunciata. E lottare per non essere spodestato. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA