Ucraina, la guerra è anche a colpi di tweet di propaganda (o disinformazione). Zelensky: «Non credete alle fake news»

Ucraina, la guerra è anche a colpi di tweet di propaganda (o disinformazione). Zelensky: «Non credete alle fake news»
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Sabato 26 Febbraio 2022, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 18:11

Una guerra di armi e una guerra a colpi di fake news. Il conflitto in Ucraina si gioca su due piani: uno più crudo e violento, un altro più sottile ma altrettanto pericoloso. Perché la propaganda mai come stavolta ha assunto un ruolo di primo piano: ucraini che raccontano i successi della resistenza, russi che svelano i successi militari di Kiev e dintorni. Un esempio sui social media: gli organi che si occupano del monitoraggio web, hanno notato enorme "traffico" intorno a un tweet postato la mattina del 26 febbraio in cui l'autore faceva un conto economico di bombe e aerei. Il contenuto è stato ricondiviso specialmente da account pro Ucraina, alcuni dei quali localizzati tra il Pakistan e l’India, mai sotto forma di retweet ma sempre come contenuto originale e a volte in associazione ad hashtag in trend come #UkraineRussie, #Ukraine, #russiaukrainewar e #UkraineRussiaConflict.

Dagli approfondimenti condotti è emerso che il tweet sarebbe stato originariamente pubblicato dall’account FLP Stoop Tiger,(@fplStoopTiger), alle 17:40 del 24 febbraio.

Lo stesso contenuto è poi stato pubblicato come contenuto originale (non retweet), da altri due account, Alpha (username @CraigMc680173) e World News (username @ttnewmm), rispettivamente alle 19:27 e 19:33 del 24 febbraio 2022. 

Mentre l’account @fplStoopTiger è stato creato nel maggio 2020, gli account @CraigMc680173 e @ttnewmm sono stati creati, rispettivamente a novembre 2021 e febbraio 2022 e pubblicano prevalentemente retweet. Nel caso del profilo @CraigMc680173 i contenuti precedenti a quello segnalato sono prevalentemente riconducibili al mondo delle criptovalute ed è verosimile che l’account sia utilizzato in maniera semi automatica per pubblicizzare contenuti. Il profilo @ttnewmm è stato verosimilmente creato il 17 febbraio 2022 allo scopo di condividere notizie sulla crisi in oggetto: dalla data di creazione infatti l’account ha pubblicato 146 tweet tutti relativi al conflitto prevalentemente pro Ucraina.

Tra gli account che stanno ricondividendo il contenuto ci sono numerosi account che riportano nella foto profilo la bandiera ucraina o immagini del presidente ucraino Zelensky. Da una preliminare analisi delle timeline emerge che questi profilo diffondono contenuti pro Ucraina a sostegno della posizione di difesa che il Paese ha dovuto assumere a seguito dell’attacco russo. Perché spesso - come è successo in passato - diversi account vengono creati proprio con questo obiettivo: amplificare l'informazione di parte e permettere ai messaggi di arrivare ovunque. 

Zelensky: non credete alle fake news

«Non credete alle fake news, sono ancora qui», ha detto Zelensky postando un nuovo video su Twitter, respingendo le voci secondo cui era fuggito o aveva ordinato all'Ucraina di arrendersi. Nei 40 secondi di video, Zelenski parla mentre passeggia nel distretto governativo di Kiev, «giurando di continuare a combattere».

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Il sociologo: si combatte anche a colpi di fake news

«In Ucraina in questo momento si stanno combattendo due guerre: una con le armi tradizionali e l'altra a colpi di fake news. La disinformazione ha assunto un ruolo di primo piano in questo nuovo conflitto». Francesco Pira, professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi all'Università di Messina e Presidente dell'Osservatorio Nazionale sulle fake news di Confassociazioni, che da anni studia il fenomeno della disinformazione, commenta così la situazione in Ucraina. «Rispetto alle guerre più recenti - afferma lo studioso - assistiamo ad una situazione totalmente diversa. La costante disintermediazione assicurata dai tanti video pubblicati da cittadine e cittadini ucraini che dalle loro abitazioni documentano, su invito del Governo, quanto sta accadendo.

Le nuove tecnologie stanno senza dubbio agevolando il lavoro dei tanti inviati, provenienti da tutte le parti del mondo, presenti nelle zone di guerra, ma è vero che loro stessi ammettono che ogni giorno devono dribblare decine di fake news diffuse per controinformare l'opinione pubblica, pseudonotizie verosimili per ingannare gli abitanti delle città invase». Il sociologo avverte: «anche nel nostro Paese da quasi due anni avvertiamo la fragilità di bambini, adolescenti, persone anziane già fortemente provate dall'emergenza pandemica che temono quello che il Presidente russo Putin ha minacciato: usare armi mai utilizzate prima. Questo ci sta terrorizzando - conclude Pira - anche perché non facciamo parte di una generazione che ha vissuto la guerra ma di una generazione che mai avrebbe pensato di vivere queste ore d'angoscia dove la disinformazione sistematica diventa anche strategia offensiva, dove gli hacker diventano killer dei sistemi informatici per destabilizzare».

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