L'invasione dell'Ucraina e lo spiegamento delle armi nucleari in Bielorussia hanno accelerato la modernizzazione militare della Polonia rafforzando le capacità di difesa e attacco. Il Paese confinante con l'Ucraina, e nella Nato dal 1999, si candida a diventare il primo esercito di terra europeo. Al momento è classificato il ventesimo esercito più potente del mondo. Basta vedere lo zelo militare che la contraddistingue dal 24 febbraio 2022: è in prima linea nel sostegno convinto a Zelensky contro Putin, nell'aiutare i profughi di guerra (esclusivamente ucraini) e nel bruciare le tappe dell'alleanza atlantica, ma soprattutto dell'asse franco-tedesco, quando si tratta di consegnare a Kiev carri armati e jet.
Polonia, super potenza militare
La Polonia - scrive, accendendo una spia rossa, il britannico Telegraph - si candida a diventare una super potenza militare più forte della Gran Bretagna nel giro di neanche dieci anni.
Entro il 2035 il raddoppio dei soldati
La Polonia ha avviato un vasto programma di modernizzazione delle proprie forze armate che nel 2021 contava 120.000 soldati ma l'obiettivo è arrivare a 200.000 a breve e a 300.000 entro il 2035.
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Il cuore di questo programma è una holding statale, la PGZ (Polska Grupa Zbrojeniowa, letteralmente "Gruppo d'armamento polacco"), che si avvale di trasferimenti di tecnologia e partner internazionali. È stata fondata nel 2013 e comprende oltre 60 aziende impegnate nella produzione di attrezzature e tecnologie per la difesa, tra cui carri armati, missili e armi leggere. Oltre alla PGZ, diverse aziende internazionali del settore della difesa hanno filiali in Polonia.
Jet e carri armati: i Mig sovietici rottamati dai caccia americani
Nel "carrello della spesa" polacco spiccano 32 caccia di quinta generazione, come l'F-35 Lightning II americano (il primo arriverà nel 2024), per sostituire l'obsoleta flotta di MiG-29 e Su-22 di epoca sovietica. La stessa rottamazione prevista per i sottomarini russi. Sta modernizzando la flotta di elicotteri, dei sistemi di difesa aerea e delle capacità di sorveglianza. Ha ordinato otto sistemi di difesa missilistica Patriot, carri armati e obici semoventi americani e sudcoreani.
L'asse atlantico ed europeo si sta spostando a est
E se la Polonia era relegata ai margini solo fino a pochissimo tempo fa, per via di una serie di restrizioni ai diritti degli omosessuali, all'accesso all'aborto per non parlare delle procedure di infrazione europee, oggi con la guerra in Ucraina, questo Paese è diventato centrale, vitale per la strategia Nato. Risultato? L'asse atlantico e pure quello europeo si stanno spostando a est. Dall'immagine del presidente Biden che a Varsavia spiega al mondo la guerra in corso «tra democrazia e autocrazia» al primo ministro polacco Mateusz Morawiecki che è salito su un treno per Kiev a sole tre settimane dall’invasione russa dell’Ucraina per incontrare il presidente Zelensky. Con lui c'erano lsloveno, Janez Janša, e quello ceco Petr Fiala. Un mese e mezzo segue a ruota la presidente della Commissione europea Von der Leyen. Quando si è trattato di decidere sui carri armari da inviare all'Ucraina Morawiecki di fronte alle esitazioni tedesche è stato molto netto: «Non guarderemo l’Ucraina dissanguarsi».
L'attivismo polacco non è cominciato il giorno dell'invasione russa in Ucraina. Già prima i politici polacchi denunciavano gli affari europei con Mosca: dalla costruzione del gasdotto North Stream all'esposizione energetica del continente europeo. E denunciavano l'imperialismo russo. In Polonia avevano osservato da vicino la Seconda guerra cecena (1999-2009), l’invasione della Georgia (2008), l’annessione della Crimea (2014). L'invasione ucraina non è stata un fulmine a ciel sereno, per loro.
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