Ucraina, la mossa di Pechino: un piano per la pace. «La guerra deve finire, entro un mese la proposta»

Il ministro degli Esteri ucraino: prima o poi avremo gli aerei Nato

Ucraina, la mossa di Pechino: un piano per la pace. «La guerra deve finire, entro un mese la proposta»
di Marco Ventura
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Domenica 19 Febbraio 2023, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 18:47

Si muove Pechino sull’Ucraina. Il numero uno della politica estera cinese, Wang Yi, annuncia alla Conferenza per la sicurezza di Monaco, davanti a oltre cento leader da quaranta Paesi, una proposta di pace. «Un documento in cui la Cina illustrerà la sua posizione sulla soluzione politica della crisi. Questa guerra non può continuare». È la dichiarazione che negli Stati Uniti e in Europa ci si attendeva da Pechino, anche se non ha ancora la forma di un testo preciso. Wang Yi anticipa un principio fondamentale. Tutti i paesi devono rispettare la Carta dell’Onu, la «sovranità e integrità territoriale», ovvero i confini di Stato internazionalmente riconosciuti. È un principio, ammette di rimbalzo il capo-diplomazia ucraino, Kuleba, che «unisce noi e i cinesi», aggiungendo che la Cina «può svolgere, e noi anzi vogliamo che svolga, un ruolo importante per il contenimento dell’aggressione russa». Inutile parlare del piano di pace, conclude, senza prima averlo letto, ma certo incontrerà Wang Yi. Il quale approfitta per denunciare i «due pesi e due misure» tra la situazione in Ucraina e quella di Taiwan, che Pechino rivendica come una propria provincia.

Il messaggio europeo

L’altro punto fermo del cinese è che sarebbe «inaccettabile l’uso di armi nucleari, chimiche e batteriologiche».

Il messaggio che lancia invece l’Occidente, a Monaco, è quello espresso all’unisono dalla presidente della Commissione europea, Von der Leyen, e dal premier britannico Sunak. «Bisogna raddoppiare il supporto militare all’Ucraina». Mentre Putin prepara la grande offensiva di primavera, con 11 navi schierate nel Mar Nero, i jet ammassati ai confini, l’annuncio della conquista di un altro villaggio a Kharkiv, e l’intensificarsi di attacchi con missili e ondate umane in cui finora, secondo l’intelligence britannica, sarebbero morti fra 40 e 60mila combattenti russi (200mila dall’inizio dell’invasione per il segretario di Stato USA, Blinken), la Von der Leyen esclude che Putin possa «raggiungere i suoi obiettivi imperialistici» e invita a «non aspettare mesi o anni per poter consegnare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per vincere, dobbiamo pensare ad accordi avanzati per l’acquisto di armi e munizioni come abbiamo fatto per i vaccini, sbaglia Putin se pensa che il tempo giochi a suo favore». 

 

Nessuna frattura sul fronte occidentale, lo ribadisce Blinken per il quale Kiev dev’essere messa in grado di difendersi «per il tempo che sarà necessario, perché difende al tempo stesso la sicurezza e la stabilità dell’Europa». Per dirla col ministro della Difesa tedesco, la Baerbock, «se l’Ucraina smette di combattere, l’Ucraina è finita». 

L’Ucraina, del resto, non ci pensa neppure a deporre le armi. «È facile negoziare con la terra degli altri, quando non è la propria», avverte Kuleba. «Noi vogliamo la pace, ma non a ogni costo». Giusto riprendersi anche la Crimea. «Niente più accordi di Minsk che non ci hanno salvato dalla guerra, e neppure linee di contatto. La Russia perderà e l’Ucraina vincerà». Kuleba si assume «il rischio di dire che riceveremo dagli alleati i jet da combattimento, ci vorrà più tempo che per i carri armati, lo capiamo, ma la logica e il senso di come evolve la situazione porterà tutti noi a questa decisione». Prosegue anche la guerra delle spie, con l’espulsione di dieci diplomatici russi dall’Olanda. 

Kamala Harris

Durissime le accuse della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, sui crimini di guerra «sicuramente» commessi dai russi. «Giustizia dev’essere servita ai responsabili», annuncia. «Le forze russe hanno perseguito un attacco diffuso e sistematico a una popolazione civile: raccapriccianti atti di omicidio, tortura, stupro e deportazione, anche di bambini, esecuzioni sommarie, pestaggi, elettrocuzione…». «Crimini contro l’umanità», le fa eco Blinken. «Nessuna nazione può essere sicura se il presidente russo, Putin, può violare impunemente regole e norme, altri potrebbero sentirsi incoraggiati a seguirne l’esempio violento». Mentre il francese Macron dice in un’intervista di volere «la sconfitta della Russia» ma senza «schiacciarla».

Il documento

I ministri degli Esteri del G7, a margine della conferenza, condannano «gli attacchi ai civili» e chiedono alla Russia di ritirarsi dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Preoccupa, inoltre, l’allarme della presidente filo-europea della Moldova, Maia Sandu: «Una guerra ibrida è in corso da parte della Russia contro di noi». Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «anche la Georgia è un obiettivo sensibile». E riguardo alle forniture di armi a Kiev: «Il rischio di escalation c’è, ma il rischio della vittoria di Putin è molto più alto e per noi è l’opzione peggiore. La più pericolosa».

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