La controffensiva ucraina è pronta. Il probabile ultimo tassello che il presidente Zelensky aspettava per dare l'ordine è andato al suo posto. Parliamo dei missili a lunga gittata, gli Storm Shadow anglo-francesi, che secondo il ministro della Difesa britannico Ben Wallace sono già stati recapitati a Kiev. Una svolta importantissima per le sorti del conflitto: gli alleati dell'Ucraina finora si erano rifiutati di fornire armi a lunga gittata, per evitare che l'esercito aggredito potesse cedere alla tentazione di usarle per attaccare entro i confini russi, punto di non ritorno per l'escalation di un conflitto mondiale.
Ma adesso la mossa del Regno Unito cambia radicalmente la disposizione delle carte in tavola.
Cosa cambia
Ill punto focale è che Mosca, in questo primo anno di guerra, ha posizionato posti di comando e riserve militari oltre la linea di fuoco delle armi a disposizione dell'Ucraina. Non a caso anche l'arrivo degli acclamatissimi Himars, i missili intelligenti americani, era riuscito a frenare lo sfondamento dei russi ma non a rovesciare l'esito dello scontro. Questo perché questi razzi ipertecnologici hanno comunque una gittata massima di 80 chilometri. Gli Storm Shadow, invece, arrivano a 250 chilometri e, potendo essere lanciati solo dagli aerei e non dai mezzi a terra, possono vedere questa distanza addirittura aumentata in base alla quota di sganciamento del razzo stesso dal caccia in volo.
Inolte i missili di produzione anglo-francese sono equipaggiati con sistemi che li rendono pratircamente invisibili al rilevamento dei radar e degli infrarossi e colpiscono con elevatissime percentuali di distruzione dell'obiettivo. Questo perché la loro testata esplosiva possiede una carica cava perforante che distrugge le difese del bersaglio e una carica esplosiva che causa a deflagrazione solo dopo che è avvenuta la perforazione in superficie.
I bersagli
Gli obiettivi che Kiev andrà presumibilimente a colpire dipendono ovviamente da quanti Storm Shadow saranno messi a disposizione da Londra. Ma nella classifica delle priorità è facile pensare che i primi bersagli ucraini siano quelli posti in Crimea, per il loro altissimo valore strategico e probabilmente anche per una componente “psicologica”: la riconquista dell'avanposto che la Russia ha illegalmente annesso nel 2015. In cima alla lista, dunque, ci sono la base navale di Sebastopoli, nel Mar Nero, dove è ormeggiata la flotta russa, il centro ferroviario di Dzhankoi e l'aeroporto di Saky. Tutti snodi logistici decisivi per il Cremlino che da lì smista i rifornimenti per le truppe sul campo. Paralizzare l'approviggionamento della base può essere la mossa che consente all'Ucraina di porre fine all'aggressione.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout