«Spiegami la guerra come se fossi un bambino». Ma come la spieghi la guerra a un bambino. Non si può, perché la guerra non si spiega. La guerra esiste, ed è adesso. E migliaia di bambini sono già direttamente coinvolti. Insieme alle loro famiglie stamattina si sono alzati in Ucraina al grido di «si salvi chi può». Ora stringono forte le mani dei genitori, sperando finisca tutto presto. Ma già da giorni, soprattutto sul fronte orientale del Paese, si pensa al peggio.
Il primo discorso di Putin, nel quale ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass, in Ucraina era stato percepito come una dichiarazione di guerra.
Adesivi sulle maniche per andare a scuola
I racconti dal fronte di guerra sono strazianti. Gli appelli dei vertici europei al momento non fanno breccia. «Migliaia di bambini muoiono o temono per la loro vita», ha detto la presidente della Commissione europea von der Leyen. Uno dei tanti appelli in nome degli innocenti, per ora caduti nel vuoto. Vasyl e Marte, genitori di due bambini di 9 e 5 anni, vivono in un villaggio non molto distante da Kiev. La figlia più grande va a scuola nella capitale.
A "Today" raccontano come si stanno preparando alla guerra e l'idea dell'adesivo: «È come un pezzo di carta, con informazioni sul gruppo sanguigno, i nomi dei genitori e i numeri di telefono», dicono. In realtà alcune scuole li hanno resi obbligatori e la notizia ha fatto subito il giro dei gruppi Whatsapp dei genitori, che si sono attrezzati alla meno peggio. E come lo spieghi ai bambini? «È delicato, cerchiamo di non spaventarli troppo. Gli chiediamo di ascoltare e fare tutto quello che diciamo», spiega ancora un genitore. E se succede qualcosa quando saranno a scuola? «Ho paura, spero vada tutto bene». Preghiere, speranze.
If you want to know how Ukrainians react to Putin's speech, here's a glimpse: moms on Facebook discuss putting stickers on their children's clothes, when they go to school, indicating their blood type. Make no mistake: this speech was perceived as a declaration of war on Ukraine
— Olga Tokariuk (@olgatokariuk) February 21, 2022
Rifugi pieni, storie di vita spezzate
Un mese fa nelle scuole ucraine hanno cominciato a distribuire manuali d'emergenza in caso di guerra. Era sembrato esagerato, prematuro. I bambini hanno imparato come comportarsi in caso di incendio, di bombardamenti, di sparatorie. I libri di storia che hanno preso vita. Il «Peacekeeping» annunciato da Putin ha la forma del terrore. Da Kiev ora si scappa, o ci si prova. Le macchine sono in fila sperando di riuscire ad allontanarsi. Ma andare via dalla capitale al momento è impossibile o quasi.
Our basement in Kyiv now filling up with families with small children. The kids are holding colouring books. Heartbreaking
— Luke Harding (@lukeharding1968) February 24, 2022
C'è chi resta a casa nella speranza che tutti finisca in fretta. Qualcun altro cerca asilo nelle sinagoghe. Gli inviati di guerra si rifugiano nei semi-interrati, ammassati insieme alle famiglie. Insieme ai bambini, che per non pensare ai bombardamenti passano il tempo tenendo in mano quaderni da colorare. La guerra è anche e soprattutto questo.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout